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martedì, 11 Febbraio, 2025

Bellaveder – Maso Belvedere, Faedo (Trento)

Bellaveder, un vedere più che bello immerso tra le montagne di Faedo

26 Settembre 2020

Seconda tappa trentina da Bellaveder, in ritardo, sfumando tutto il vantaggio accumulato presentandoci da Pojer e Sandri una mezz’ora prima (la colpa è ricaduta su Mario Pojer).

Scusandoci con Andrea che ci aspettava puntuale in cantina, iniziamo ad ascoltare il racconto dell’azienda che co-conduce con i genitori ed il fratello.

Bellaveder

Il Maso Belvedere è stato acquistato da suo nonno, che faceva il dentista, e la produzione delle uve che in prima battuta conferivano in cantina sociale è iniziata negli anni ’60.
Il padre di Andrea iniziò a realizzare l’idea produrre vino da imbottigliamento nei primi anni duemila, terminando i lavori di costruzione della cantina interrata nel 2003 e dando vita alla prima etichetta nel 2004.
Oggi Bellaveder conta dodici ettari di vigneti, di cui otto fanno parte del corpo unico attorno al maso, a 250/300 metri di altezza, mentre gli altri quattro in Valle dei Laghi a circa 600 metri sul livello del mare. Vigne che vanno dai primi anni settanta ad impianti più recenti del 2005/2006.

La preferenza per il sistema a guyot per le uve rosse e la pergola trentina per quelle a bacca bianca, certificazione “bio” in vigna, utilizzo di rame e zolfo, nessun diserbo e lotta integrate sono le caratteristiche principali del lavoro tra in vigneti.

Bellaveder

I terreni nella parte più alta sono prevalentemente composti da marna, argilla e dolomia, mentre nella parte più bassa più calcarei con un clima ventilato dalla brezza che arriva dal Lago di Garda.

Il lavoro è tutto manuale e le uve vengono raffreddate prima di essere lavorate.

Lasciamo la splendida veduta per spostarci nell’affascinante cantina scavata nella roccia dove sono presenti le vasche di acciaio e la barricaia contenente tutte botti di legno francese.

Bellaveder

Produzione di circa ottanta/centomila bottiglie all’anno di cui ventimila di Trento DOC.
Andrea ci fa assaggiare alcune delle etichette prodotte da Bellaveder, partendo dal
Trento DOC Brut Nature Riserva 2016, Chardonnay al 100% che resta un minimo di 36 mesi sui propri lieviti. Un vino fresco, complesso con una bolla cremosa ed avvolgente.

Passiamo al Pinot Bianco, complesso, carico con un’importante struttura e profumi di frutta e una morbidezza interessante.

Un veloce passaggio di Muller Thurgau e Gewurtztraminer, tipici e rappresentativi del territorio, con un’esplosione di profumi. Vini che non rappresentano i miei gusti!

Pinot Nero riserva 2017, risultato della macerazione sulle bucce in tonneau aperti da 600 litri con continue follature manuali. Un risposo in barriques, di cui il 25% nuove, per un anno e affinamento per circa dieci mesi in bottiglia. Un ottimo pinot nero equilibrato, con una piccola frutta rossa, ciliegia per lo più e una speziatura non invadente, per un vino equilibrato che può essere apprezzato a pieno negli anni a venire.

Concludiamo poi con il re trentino, Lagrein riserva “Mansum” 2016, che dopo una fermentazione di quasi due settimane riposa due anni, di cui il primo in botti di rovere francese di primo passaggio ed il secondo il bottiglia. I profumi si fanno più terziari, con la frutta rossa più matura, cacao, tabacco, vaniglia, per un vino complesso e robusto. Curioso di conoscerne la sua evoluzione.

Bellaveder

A completare la gamma di vini prodotti un’altra bolla Metodo Classico, due Chardonnay, due Lagrein, Riesling, Pinot Nero, Teroldego, Sauvignon e un Vino Passito.

Una curiosità: sulle etichette sono raffigurate le tele che rappresentano le opere d’arte della pittrice trentina Cesarina Seppi.

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