Fontefico, con i due fratelli Emanuele e Nicola che, oltre a produrre vini d’eccellenza sulla costa abruzzese, stanno puntando molto sull’accoglienza in azienda
16 Agosto 2022
A pochi chilometri dalla costa di Vasto, sorge l’azienda Fontefico, capitanata dai fratelli Emanuele e Nicola che mi accolgono con un calice di Pecorino 2021, “La Canaglia”, un vino bianco per combattere le cocenti temperature di ferragosto. Agrumi, pompelmo, gelsomino, buccia di limone, note erbacee, mentuccia, mandorla, confetto, al naso, per un palato fresco, verticale, di ottima sapidità e buona acidità.
Dopo aver placato la sete andiamo a scoprire più da vicino l’azienda Fontefico, che prende il nome da una zona in cui sorge uno dei vigneti, lì dove un tempo sorgeva un grande fico che vegliava su una fonte di acqua, fondamentale per le attività agricole.
L’acquisto da parte del papà di Nicola ed Emanuele, Alessandro, nel 1996 con lo scopo di piantare la vigna per gestirla e venderne le uve. Laureati rispettivamente in Economia e Marketing e Comunicazione i due fratelli iniziarono nel 2000 a sperimentare alcune prove di vinificazione, nella vecchia stalla della masseria Fontefico, con alcuni serbatoi di recupero e damigiane. Circa mille bottiglie prodotte quasi per giorno, dedicate al consumo personale e per qualche amico.
L’anno della prima vendemmia ufficiale che ha decretato anche la prima annata di bottiglie messe in commercio è stata la 2006 e da qui, l’iniziale gioco, è diventato un’attività a tutto tondo, costruendo prima una moderna cantina, con magazzino e poi investendo sulla ricettività e l’enoturismo. Sono sempre di più gli appassionati di settore, ma anche i neofiti, che si avvicinano all’azienda, dopo una giornata di mare, ma anche nei periodi autunnali ed invernali e Fontefico ha creato un sistema di accoglienza che viene definito “sincero e trasparente”. Nulla di più del racconto della loro storia, la visita a cantina e vigneti e la degustazione a base di salumi e formaggi tipici dell’Abruzzo, accompagnati dai loro vini, nel parco adiacente alla cantina con tanto di piscina di acqua salata, aperta nel 2012.
Tornando a parlare di vigna, Fontefico oggi conta circa una decina di ettari, con varietà per lo più autoctone come Pecorino, Trebbiano, Montepulciano oltre ad un piccolo appezzamento di Aglianico. I terreni sono caratterizzati da un medio impasto, ricchi di sabbia e, nella parte di substrato più bassa, una copiosità di pietra di fiume. Si preferisce lasciare un inerbimento spontaneo e se serve si adotta il sovescio; lavorando periodicamente dai cinque ai dieci centimetri di terra, per non essere troppo impattanti con il sottosuolo e non disperdere la preziosa acqua.
Camminando tra i vigneti si può notare un costante venticello che a circa centoventi metri sul livello del mare aiuta a mantenere sana la vigna. Le sfogliature sono limitate ad una in estate ed una prima della vendemmia, l’utilizzo di concimi è solo organico, quando necessario e tra le piante sono situate alcune colonnine meteo per monitorare il clima (precipitazioni, vento, umidità…).
La produzione delle circa quarantacinquemila bottiglie per anno si può definire integrale, con sole uve di proprietà trasformate in azienda fino alla tappatura del prodotto finale. Uno sguardo alla cantina fa capire come avviene questo processo, con uve rigorosamente diraspate e lavorate per particelle di appezzamenti, al fine di trovare il più corretto equilibrio.
In un territorio dove i PH sono molto alti si deve lavorare per trovare il giusto livello di acidità, senza pozioni magiche o strane pratiche di cantina. I vini bianchi ed il Cerasuolo affinano in solo acciaio o cemento, mentre i rossi in barrique. Barricaia che si trova al piano sottostante, con le botti che riposano attorniate dai quadri disegnati da Emanuele; quadri che vestono le etichette dei vini.
Tornati alla luce del sole assaggiamo il Cerasuolo d’Abruzzo Superiore “Fossimatto” 2021, vino dai sentori di ribes, rosa canina, lampone, una nota sulfurea che anticipa un gusto intenso, dalla buona spalla acida, ma una bella morbidezza di palato, sapidità e buona persistenza. Un secondo Cerasuolo, prodotto per la prima volta nel 2021 è il “Febbre d’A” (febbre d’Abruzzo) che si presenta al naso ancora più delicato del precedente, con una nota più fresca ed agrumata, pur mantenendo gli spunti floreali. Anche se presenta un grado alcolico abbastanza elevato (14%) gode di un’ottima beva, buon corpo equilibrato, fresco, minerale, buona acidità e persistenza.
Oltre ai vini assaggiati, Fontefico produce altri due bianchi: Trebbiano Superiore “Portarispetto”, Pecorino Superiore “La Foia”; un vino Bianco Macerato da uve Malvasia, “Dire Bere Baciare” e tre rossi quali: Montepulciano d’Abruzzo “Cocca di Casa”, Montepulciano d’Abruzzo Riserva “Titinge”, Aglianico Selezione “Costetoste”.
Ogni vigneto ha la sua identità e, per rappresentare al meglio queste unicità, ogni anno Emanuele disegna una nuova etichetta con il personaggio che rappresenta quella specifica varietà. Annata dopo annata i vari protagonisti vengono disegnati in modo diverso per raccontare un aneddoto di quella specifica vendemmia, così da fissare graficamente un pezzo di storia dopo l’altro dell’azienda Fontefico.
Dopo aver goduto dell’ospitalità di Nicola ed Emanuele, dei loro vini e degli abbinamenti con ottimi salumi e formaggi, uno scambio di magliette: 184 e 185 di Winetelling per i ragazzi e quella originale di Fontefico per me.