Conoscendo l’Integrale è d’obbligo passare a visitare la Società Agricola Marchiori
24 Ottobre 2020
Una giornata uggiosa che ci porta tra le colline della DOCG di Conegliano Valdobbiadene, nella Società Agricola Marchiori, della quale ho assaggiato più di qualche volta i vini e mi ha incuriosito conoscerla più da vicino.
All’arrivo ci accoglie Umberto, uno dei tre fratelli che conduce l’azienda il quale si autodefinisce colui che trasforma il solido in liquido (per il suo ruolo di enologo). Gli altri due sono Sara, che trasforma il liquido in liquidità (la commerciale) e Giuseppe che cura con amore e passione le vigne.
Ci accomodiamo nella sala degustazioni e Umberto versando un calice ci racconta la storia de Società Agricola Marchiori, azienda fondata dal nonno, che ad oggi conta dodici ettari dislocati su sedici appezzamenti. La produzione di circa cinquantamila bottiglie per anno vede quattro etichette di Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG prodotto con le cinque storiche uve che caratterizzano il territorio: Glera Tonda, Glera Lunga, Perera, Verdiso, Bianchetta.
Nel “backstage” della sala vediamo alcune bottiglie di ogni varietà vinificata in purezza, pratica che viene effettuata di anno in anno per approfondire a pieno le caratteristiche essenziali di una singola uva.
La Società Agricola Marchiori, biodiversity friendly”, adotta un sistema tra l’integrato, il biologico, il biodinamico, prendendo ciò che di buono c’è di ognuno anche se non si abbandonano totalmente a madre natura, poichè questa può agire al meglio come nel peggiore dei modi.
Umberto ci mostra le foto di alcuni favi d’ape in vigna e di come viene prodotto il lievito in maniera estremamente naturale trasformando uva, more, mele, pere, fiori e tutto ciò che si trova attorno alle pianta così da avere un piede frutto di un ecosistema che gravita attorno alle vigne.
Particolare attenzione anche alle lune che gestiscono gli interventi di governo del suolo:
Luna Calante: potatura, piantumazione barbatelle, lieviti indigeni, imbottigliamento;
Luna Crescente: piegatura tralci, letamazione, sfalcio erba, travasi e assemblaggi.
Umberto ci tiene a sottolineare i principi che caratterizzano Marchiori, Sapore, Digeribilità, ed Evoluzione Positiva nel tempo: “vinifichiamo con i sensi perchè riteniamo si consumi con i sensi, via di comunicazione privilegiata per la nostra identità, la nostra storia, il nostro senso del fare!”
Un cenno sul terreno dove si trovano i micro-appezzamenti dell’azienda che variano dai 150 ai 500 metri sul livello del mare, con caratteristiche differenti dai più bassi alle rive più alte.
Nella parte inferiore troviamo un suolo profondo, ricco di silicato di ferro o alluminio privo di scheletro, mentre salendo abbiamo una presenza importante di marna calcarea, fino ad arrivare ai vigneti a 500 metri con un conglomerato calcareo, un suolo morenico roccioso definito “Puddinga”.
Nelle etiche il logo creato da Gianni Sartor che rappresenta un tipico colle di Valdobbiadene con il suo substrato interno, il nome dell’azienda Marchiori ed il nome del vino.
Abbiamo avuto il piacere di assaggiare le quattro diverse bottiglie prodotte partendo dal:
PROLOGO: il vino dell’aperitivo, dell’apertura del pasto, dell’accoglienza, prodotto con uve raccolte a metà pendio, dove oltre alla glera troviamo in maggior percentuale la perera.
ROCCIAMADRE: saliamo in quota con un sottosuolo caratterizzato da sabbia cementata, la già citata “Puddinga”, con il sodio che emerge e da sapidità al vino. Un vino più verticale, dritto, minerale con un bouquet di frutti e fiori più ampio.
RIVELAZIONE: definito il “gender neutral” tirato secco, privo di grammi zucchero prodotto con il vigneto più vecchio della proprietà di Farra di Soligo.
Una fermentazione in autoclave dove i lieviti si sedimentano in maniera naturale e non viene filtrato illimpidendosi per gravità.
INTEGRALE 2018: le cinque varietà vinificate con alzata di cappello, svinato per gravità e fermentazione che viene bloccata a freddo prima di rifermentare in bottiglia.
Zero filtrazioni, zero zuccheri e zero solforosa.
La fortuna di poter fare una mini verticale di Integrale assaggiando in anteprima l’annata 2019, il 2018 e 2017. Una partenza ancora fresca ed acidula per trovare maggior equilibrio nel 2018 e un vino entusiasmante nell’annata più vecchia, da provare!
Tutti i vini si contraddistinguono per un’ottima mineralità, piacevolezza di beva, armonia, equilibrio e persistenza con sentori che vanno dai più freschi di glicine, pera, agrume nei primi fino ad evolversi nella frutta più secca e talvolta candita, erbe officinali, erbe aromatiche e leggere tostature.
Prima di lasciare l’azienda un giretto nella cantina sottostante dove si trovano autoclavi e tutti gli strumenti per la produzione, prima di entrare in un tunnel nascosto da una porticina. La parte più affascinante della cantina, dove si trovano le bottiglie delle diverse annate, con due esemplari di prosecco del 1992. Umberto ci confessa che nel 2008 quando l’ha assaggiato per l’ultima volta l’ha trovato uno dei vini più buoni ed impressionanti mai degustati.
Sarebbe proprio interessante poter fare questa esperienza…torneremo!