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martedì, 30 Aprile, 2024

La Valpolicella interpretata Secondo Marco Speri, Fumane (Verona)

Di passaggio in Valpolicella, tappa obbligatoria per approfondire la filosofia di Marco Speri nella sua interpretazione Secondo Marco

28 Ottobre 2023

Una gita fuori porta in Valpolicella ci porta a Fumane nell’azienda fondata da Marco Speri: Secondo Marco. Purtroppo il suo protagonista principale non è presente, ma ad introdurci al suo mondo c’è Michela, braccio destro che si occupa di commerciale, eventi, ma anche di accoglienza e visite, se necessario.

Con la giovane Michela ci addentriamo da subito nella storia di questa realtà, creata da Marco Speri a partire dal 2008. Un cognome che non può passare inosservato nel mondo del vino, infatti Marco è figlio di Benedetto Speri, uno dei componenti di una delle più storiche e famose aziende di Amarone e della Valpolicella. Dopo ventitrè anni passati nell’azienda di famiglia è emersa la decisione di intraprendere una strada personale, volendo presentare al mondo la sua interpretazione dei vini di questa zona, con una prospettiva Secondo Marco.

Toccando con mano la vigna adiacente alla cantina, si possono notare le pergole a “Y” esposte a nord/sud, che ricevono l’aria proveniente dal vicino Trentino, favorendo ventilazione e sanità in vigna e nel terreno sottostante. Grazie alla tecnica a “Y”, con una parte di vegetazione che viene cimata, si permette anche l’ingresso dei raggi solari, sempre filtrati dall’apparato fogliare. Così si ha una crescita più sana del grappolo e si favorisce la raccolta, ovviamente manuale. La conduzione è biologica, certificata dal 2021 e accompagnata, quando possibile dalla tecnica del sovescio.

Gli ettari dell’azienda Secondo Marco sono in totale sedici e mezzo, di cui dodici compresi nel corpo unico adiacente alla cantina, mentre i rimanenti sono dislocati nella vicina San Pietro. Il terreno è principalmente argilloso/calcareo con una buona stratificazione. Le uve allevate sono quelle più tipiche del territorio: Corvina, Corvinone, Rondinella e una piccola percentuale di Molinara, con una media di età delle piante di trenta/trentacinque anni.

La vendemmia per quest’anno è ormai conclusa e le masse sono tutte in cantina, struttura creata ex-novo, all’interno della quale si trovano sia vasche in cemento, sia acciaio e legno, principalmente di grande formato, da venticinque e cinquanta ettolitri. La cantina è stata costruita nel 2008 e tutte le uve vengono vinificate separatamente, con i vini effettuano un periodo in cemento, come negli altri vasi vinari, dipendentemente dal prodotto finale che si vuole ottenere. Le fermentazioni avvengono con lieviti indigeni, in un ambiente le cui temperature oscillano tra i tredici e i quattordici gradi.

Anche nel caso di macerazione e rimontaggi a guidare i processi è la tipologia dell’uva e del prodotto finale, lasciando le basi dell’Amarone più a lungo sulle bucce, mentre quelle del Valpolicella vengono svinate dopo quindici/venti giorni, circa. Tutti i vini effettuano un passaggio anche nelle botti di legno, più o meno lungo, per poi creare con il team enologico il giusto blend da imbottigliare, dopo un ulteriore riposo e decantazione, solitamente in acciaio.

Le botti di legno sono tutte di grande portata, in rovere di slavonia, ed il formato di legno più piccolo è il tonneau, dedicato al Recioto, che di media viene prodotto in circa tremila bottiglie da mezzo litro. Lo stile di Marco può essere definito “moderno”, ma in realtà nella sua interpretazione di questi vini del territorio si sono utilizzati i materiali che venivano adottati un tempo, come cemento e legno grande. Sicuramente le tecniche sono diverse e portate alla modernità, volendo ottenere prodotti finali caratterizzati da uno stile elegante, freschezza, sapidità, secchezza, finezza di beva, acidità e con la percezione del gusto varietale dell’uva.

Sicuramente è stato effettuato un cambio di paradigma rispetto all’azienda di famiglia, interpretando Secondo Marco le uve e i vini del territorio, anche nella scelta delle etichette da proporre nel mercato.
Le bottiglie sono quattro e si è deciso di non produrre il Valpolicella Superiore, essendo già quello Classico, sulla carta, “tecnicamente un piccolo Superiore”; oltre a non considerare il Ripasso come un “baby Amarone”, ma come un vino che gode di una sua propria identità. Una quinta etichetta è “Fumetto”, progetto approfondito dopo l’assaggio dei vini che rappresentano l’azienda Secondo Marco.

Degustazione, al piano superiore, con vista vigneti, che comincia con il Valpolicella Classico 2019, rappresentato in etichetta da una ballerina e dalla frase “Se te gira la testa sensa balar, ocio” (Se ti gira la testa senza ballare, fai attenzione). Piccola parentesi: ogni vino porta in etichetta una raffigurazione grafica seguita da una frase emblematica che anticipa alcune caratteristiche della tipologia di prodotto che si trova in bottiglia. 50% Corvina, 40% Corvinone, 5% Rondinella, 5% Molinara, per un vino che resta nove mesi in cemento, sei in botte grande e almeno un anno in bottiglia. Si presenta con una spezia che gioca un ruolo da protagonista, pepe bianco, noce moscata, ciliegia, ribes, fragolina di bosco, note solfuree, di pietra bagnata, per un palato fresco, di beva, verticale, con un’ottima acidità, tannino delicato e discreta persistenza. Queste sono caratteristiche che si possono trovare su quasi tutti i vini di Marco, dai più classici a quelli più strutturati come Amarone e Recioto.

Passando al Valpolicella Ripasso 2017 troviamo in etichetta un mulo e la frase “Del teston che ga pasiensa no se pol farghe sensa” (Del testone che ha pazienza non si può fare a meno). Immagine e frase che simboleggiano il doppio passaggio che fanno le uve, per la tecnica del Ripasso. La percentuale delle uve è simile al precedente, invertendo però Corvinone, al 50% e 40% di Corvina, in questo caso, e un affinamento di ventiquattro mesi di botte grande e un anno/un anno e mezzo in bottiglia. Al naso esprime note erbacee, di erba fresca, mentuccia, macchia mediterranea, prugna, leggera frutta secca e una nota di liquirizia. In bocca, anche in questo caso, ha un buon equilibrio e beva, con un tannino delicato e buona persistenza.

È il turno dell’Amarone, in due diverse annate, 2013 e 2015 (quasi in anteprima). Centoventi giorni di appassimento delle uve, novantacinque/cento giorni di macerazione in acciaio, breve sosta in cemento, per poi riposare almeno quattro anni in botte grande e due in bottiglia. In etichetta un uomo con un bilancere e la frase “Se no te ghè testa e brasi, te caschi ‘indrio” (Se non hai testa e braccia, cadi all’indietro), così da anticipare che questo vino ha sia un corpo robusto, ma gode di un grande equilibrio che ne permette la piacevolezza al calice. Le uve utilizzate, in questo caso sono un 45% di Corvinone, 45% di Corvina e 10% di Rondinella. Il vino del 2013 si presenta più “pronto”, con note speziate, di tabacco, liquirizia, polvere da sparo, spunti terrosi, di rabarbaro, per un palato equilibrato e completo, un grado alcolico ben bilanciato, con i suoi sedici gradi.
Passando al giovane 2015 troviamo un vino che esprime più note fruttate e floreali, di frutti rossi, petali di rosa rossa essiccata, bastoncino di liquirizia, per un sorso meno pronto con una maggiore acidità e un tannino ancora non perfettamente integrato, mantenendo comunque buona sapidità, acidità e beva; promettendo un futuro più longevo e una migliore espressione rispetto al fratello più vecchio.

L’interpretazione di Marco rispetto all’Amarone è di un prodotto che possa avere una grande eleganza e facilità di beva, “mascherando” il suo grado alcolico, per invitare a berne un secondo e terzo calice, godendo di quel già citato equilibrio.

Curiosità è che l’Amarone Secondo Marco 2014, vista l’annata più fredda, piovosa e difficile delle altre, verrà proposto sul mercato dopo il 2015, indicativamente il prossimo anno, a dieci anni dalla sua vendemmia.

Una dolce ma non stucchevole conclusione, con il Recioto 2016, anticipato dalla lepre in etichetta e la frase “Se il lievro lè scampà, ti tole su dolse” (tradotto in maniera non letterale: se la lepre è scappata non puoi farci nulla, prendila con filosofia, che tanto non la prenderai mai). Per produrre il Recioto vengono utilizzate le “recie” dell’uva, ossia quella parte laterale del grappolo che somiglia ad orecchie, chiaro simbolo distintivo della lepre. In questo caso si utilizza un 60% di Corvina, 25% di Rondinella, 15% di Corvinone, che effettuano un appassimento di centoquaranta giorni per poi riposare ventiquattro mesi in tonneau. Al naso si percepisce la frutta disidratata, uva passa, piccoli frutti rossi disidratati, note di frutta secca e miele, un leggero cacao. Grado zuccherino ben bilanciato dalla spalla acida, mineralità e sapidità, per un sorso fine, delicato, non stucchevole, il quale presenta un leggerissimo tannino finale e un’ottima persistenza.

Prima di lasciare la cantina la curiosità ricade sul progetto “Fumetto”, un particolare Amarone Riserva, prodotto da Marco, con una prima annata nel 2008, e presentato nell’ottobre del 2021. Un vino immaginato come fumetto, giocoso ma strumento di riflessione al tempo stesso, il quale vuole raccontare qualcosa sul tempo che passa e resta in memora delle persone, una sorta di storytelling dei principali episodi avvenuti in quell’annata. In sole tremila bottiglie, è stato vestito di un’etichetta fatta in collaborazione con un fumettista che ha inserito alcuni eventi successi nel 2008, come la presidenza degli Stati Uniti da parte di Obama, il lancio dell’iPhone in ventidue paesi nel mondo, la scoperta dell’acqua su Marte e ovviamente la fondazione dell’azienda Secondo Marco.

Un vino che affina sette anni in botti grandi da venticinque ettolitri, due anni in cemento (uno prima e uno successivamente al passaggio in botte) e almeno tre anni di bottiglia.

Sperando di trovare l’occasione giusta per assaggiarlo, magari in compagnia di Marco, un ringraziamento a Michela e per lei maglietta 288.

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