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sabato, 18 Maggio, 2024

Con mamma Annamaria e il figlio Giorgio a Villa Pigna, Contrada Ciafone, Offida (Ascoli Piceno)

Villa Pigna, con mamma Annamaria e figlio Giorgio nell’azienda di famiglia che sta prendendo in questi anni un nuovo volto

28 Novembre 2023

Una fresca mattinata al sud delle Marche, in Contrada Ciafone, a pochi chilometri dal centro di Offida, comincia alla scoperta di Villa Pigna, assieme ad Annamaria Rozzi e al figlio Giorgio. Un’azienda fondata negli anni ‘70 da papà Costantino Rozzi, imprenditore nel settore delle costruzioni e storico presidente dell’Ascoli Calcio, che negli anni produceva più di due milioni di bottiglie per anno.
Dopo la sua prematura scomparsa nel 1994 l’azienda si è scorporata, dividendo i più di duecento ettari di terreno tra gli eredi. La figlia Annamaria è sempre stata parte attiva della realtà vitivinicola, che dal 2016, dopo il terremoto che ha colpito queste terre, ha iniziato ad avere un nuovo volto, coinvolgendo anche il figlio Giorgio, che, dopo la carriera giuridica da avvocato e notaio, ha deciso di cambiare vita, dedicandosi al mondo del vino (ufficialmente dopo il covid, dal 2020).
Villa Pigna prende il nome da una storica villa acquistata da papà Costantino (circondata da pini, produttori proprio di pigne), assieme ai terreni circostanti, con il desiderio di poterci abitare, cosa che non è mai accaduta, poiché la moglie ha sempre preferito tenere un basso profilo e rimanere nell’abitazione di famiglia. Oggi Villa Pigna è diventata un hotel e i terreni circostanti un quartiere abitativo alle porte di Ascoli Piceno.

Troviamo un’azienda che conta venticinque ettari, di cui sette sono vitati, nel cuore della zona di produzione del Rosso Piceno DOC, al confine tra Offida e Castorano, con vista sulle colline marchigiane, nello specifico Monsanpolo, Monteprandone e Acquaviva. La prima tappa del nostro incontro si svolge nella vecchia cantina sotterranea, all’interno della quale sono rimaste alcune autoclavi e quarantasei botti di rovere (quaranta da cento ettolitri e sei da cinquanta ettolitri), ormai dismesse. Il progetto che Annamaria vorrebbe concretizzare nei prossimi anni è quello di rivalutare i contenitori, creando delle sale degustazione interne, oltre a riutilizzarli per poter spiegare con alcune indicazioni grafiche la storia della cantina, del suo fondatore e quella del territorio, magari coinvolgendo anche altre aziende locali. Altre aziende vitivinicole, ma anche associazioni del territorio, per creare rete e sinergie, ricalcando il carattere inclusivo di papà Costantino. Un’area immensa, ormai quasi abbandonata, che era il cuore pulsante di Villa Pigna, definita “Cattedrale del Rosso Piceno”. Un’azienda che sta cambiando e rinnovando il suo volto, grazie anche alla decisione di Giorgio di cambiare vita e dedicarsi al mondo del vino, di cui era precedentemente un semplice appassionato; principalmente dei vini rossi.

Sono nato in azienda, ho ricordi della vita di campagna e di cantina fin da quando ero piccolo e un giorno mi sono accorto di avere una casacca da difendere e ho deciso di indossarla”.

È stato fatto negli anni un percorso di introspezione per approfondire le origini della realtà famigliare, partendo dal suo fondatore, per capire al meglio l’identità aziendale caratterizzante, per poi spostarsi successivamente sul territorio e sul mercato, investendo le energie in questa direzione.
Una scelta che ha portato Villa Pigna a ridimensionarsi e trovare nel Rosso Piceno il suo biglietto da visita produttivo.
Ma prima di parlare di vino un accenno alla vigna, bastata su terreni sabbiosi e argillosi, la quale viene coltivata rispettando il regime biologico, con trattamenti a base di rame e zolfo e la filosofia di “fare il meno possibile, ma fatto bene”. In cantina si seguono gli stessi principi, volendo essere meno interventisti possibile, avendo ridimensionato gli spazi e dedicato un’area al piano terra per le vinificazioni, che vedono principalmente acciaio e barrique.
Nel progetto di ridimensionamento aziendale e dell’ampliamento dell’offerta, investendo sulla ricettività, c’è da sottolineare che la famiglia sta restaurando un’abitazione rurale al di là della strada rispetto alla cantina, con vista sui vigneti e le colline adiacenti. Uno spazio che sarà dedicato sia alle degustazioni, ma anche con la possibilità di poter pernottare tra le vigne di Villa Pigna.

Oggi l’azienda produce circa ventiduemila bottiglie di media per anno, cosa che purtroppo non avverrà nel 2023 a causa dell’annata poco favorevole, ricca di problematiche come la peronospora.
Per assaggiare i vini prodotti da Villa Pigna ci accomodiamo nella sala degustazioni all’interno dello shop aziendale, cominciando con una bollicina Metodo Martinotti, con uve Passerina. Uno spumante Brut, con circa dieci grammi zucchero, che resta tre mesi in autoclave, il quale presenta note agrumate, note tropicali, sentori di miele, un sottofondo di lievito e di erbe officinali, per un sorso dalla bolla fine, ottima freschezza, buona spalla acida, abbastanza sapido, di beva e non troppa persistenza.

Passiamo poi ai due vini rossi, “specialità della casa”, entrambi Rosso Piceno DOC Superiore. Il primo è un 2020, dal nome “Vellutato”, il quale presenta al suo interno un 70% di Montepulciano, 15% di Cabernet Sauvignon, affinati entrambi in barrique e il restante 15% di Sangiovese, affinato in botti più grandi, da trenta e cinquanta ettolitri, per circa dieci mesi. Un Rosso Piceno dalle sfumature internazionali, che presenta sentori di frutti rossi in confettura, note verdi, di peperone, bastone di liquirizia, ma anche rabarbaro, chinotto e spezie. Al palato entra con un discreto corpo, torno, ma comunque fresco e di buona beva, una buona acidità, discreta sapidità, tannino vellutato come il nome di questo vino e una discreta persistenza.

Il secondo vino rosso è il “Rozzano” 2018, 85% Montepulciano e 15% Sangiovese, anche in questo caso con uve vendemmiate in diversi periodi (tendenzialmente settembre la prima e ottobre la seconda, la quale viene fatta appassire nei graticci per circa quindici giorni), con vinificazione ed affinamento in legno, per un anno, separate. Questo è storicamente il primo vino prodotto da Villa Pigna, nel 1970 e rappresenta la tradizione locale, con un pizzico di modernità, avendo cambiato i contenitori per l’affinamento, preferendo, in questi anni, le barrique. Un vino che si presenta al naso con note più profonde, di frutti neri, mirtilli, confettura di frutti di bosco, note di sottobosco, miele di castagno, spunti terrosi, note balsamiche, un tocco di cioccolata e liquirizia fresca. Al palato entra con un maggiore corpo, ma mantenendo freschezza, buona spalla acida, discreta sapidità, struttura ben equilibrata, un tannino che si fa sentire e una maggior persistenza rispetto al primo assaggio.

Per il futuro, oltre all’investimento sulla ricettività, c’è il desiderio di Giorgio di produrre un vino bianco; se la sua interpretazione di Passerina è spumantizzata, per quanto riguarda il Pecorino ritiene che è un vino che si esprime al meglio quando le uve sono in quote superiori ai cinquecento metri d’altitudine. Il sogno è quello di poter acquistare una quindicina di ettari di Pecorino in montagna per la vinificazione in bianco, oltre a cinque ettari di Chardonnay per produrre un Metodo Classico.

In attesa di vedere gli sviluppi su più fronti di Villa Pigna, maglietta numero 292 per mamma Annamaria e figlio Giorgio.

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