Due chiacchiere con Alessandro, l’ideatore di Opificio 77, “miscelatore” di cocktail di qualità già pronti, basta solo stapparli!
L’idea di Opificio 77 nasce a fine 2018 da Alessandro, un ventottenne di Massa, comune toscano, con alle spalle una carriera di barman quasi laureato in Economia. Una doppia svolta nella sua vita dopo aver studiato economia, la frequentazione della Mixology Academy a Roma e la Drink Factory a Bologna, l’apertura di due locali e il successivo step, abbandonando il lavoro dietro al banco per concentrarsi sulla produzione.
Una chiacchierata con l’artefice di questo progetto conosciuto tramite Alice, la fidanzata, anche lei in prima linea nella gestione dei social dell’azienda, tassello fondamentale per aumentare la visibilità dei miscelati.
Il nome Opificio 77 è stato scelto per dare l’idea di artigianalità usando il termine “Opificio” mentre 77 è la somma, agli albori del progetto, dell’età di Alessandro e del secondo protagonista di quest’avventura, il papà di Alice.
Il ruolo di Alessandro è legato all’ideazione dei cocktail oltre che alla produzione e all’imbottigliamento, supportato dalla sua famiglia, con il fratello che si occupa del sito web e della fotografia, la suocera dell’amministrazione e il suocero come motore commerciale.
Una realtà familiare, dove tutti danno una mano e si cresce giorno per giorno: <<siamo un po’ alla vecchia maniera, prima si fa in prodotto e poi il marketing, anche se so che è sbagliato e i tempi sono cambiati, piano piano ci adegueremo>> racconta Alessandro.
L’avventura commerciale è partita proprio dal suocero, appassionato e rappresentante di vini, che ha iniziato a far testare i primi campioni prodotti ai locali toscani, riscuotendo fin da subito ottimi riscontri.
Con l’avvento del Covid il mercato dei bar e ristoranti si è cristallizzato facendo però conoscere i vari miscelati ad un pubblico diverso, quello del cliente finale, che tramite social ed e-commerce ha potuto assaggiare le ricette create in Opificio 77.
Parlando di prodotti per fare i cocktail Alessandro spiega che c’è stata un’attenta ricerca per trovare le giuste basi al fine di creare ricette equilibrate che andassero a creare prodotti stabili nel tempo.
Questi sono forniti, su ricetta proprietaria, da vari player attentamente selezionati.
Nelle bottiglie non sono aggiunti additivi nè conservanti e coloranti, se non quelli che sono già all’interno di vermut e bitter, oltre a non subire alcun processo di pastorizzazione.
La scelta è stata di non utilizzare frutta fresca per la necessità di mantenere questa con agenti conservanti e nemmeno il “gusto di limone”, gusto facilmente riproducibile con la chimica e i suoi acidi.
Nel 2021 sarà aperto anche un vero e proprio liquorificio dove verranno prodotti principalmente vermut, bitter, amari, gin ma le basi per i cocktail resteranno quelle che vengono usiate ora, avendo trovato il corretto equilibrio.
Imperativo è la qualità, sia nella materia prima sia nella scelta del packaging, estremamente curato con uno stile amarcord, semplice e tornato negli ultimi tempi in auge nell’uso quotidiano.
La produzione è di cinque cocktail in bottiglie di diverso formato (700ml e le più piccole da 100ml) oltre alla creazione di ricette personalizzate per locali e ristoranti, un’area di progetto in cui Opificio 77 vuole puntare molto al “ritorno alla normalità”. L’obiettivo per quest’anno è di arrivare ad una linea composta da 10 etichette!
Nella linea ad oggi disponibile troviamo:
- Martini Dry: a base di gin, vermut dry macerati con olive verdi e scorze di limone in piccoli tini di acciaio;
- Americano: a base di bitter, vermut macerati con scorze di agrumi, zenzero e un blend di spezie e fiori secchi;
- Negroni Piccante: a base di bitter, vermut, gin accompagnati da peperoncino, rosmarino e peperoncino dolce;
- Hanky Panky: a base di vermut dolce, gin, fernet, macerati in diversi tempi con scorze di arancia fresca e pepe nero;
- Mi-To Bianco: a base di bitter bianco, vermut bianco, vermut rosso dolce, liquore di bergamotto e verbena.
Parlando di competitor, nel periodo covid saranno nate circa 20/30 aziende, ma la maggior parte sono imbottigliatori di miscelati già fatti applicando un brand come vestito delle bottiglie. Un dato di fatto interessante è che “l’unione fa la forza” per far conoscere questa diversa ed innovativa modalità di bevuta nel mercato.
Il futuro di Opificio 77 è tutto in divenire e per ora le risposte dai clienti sono più che positive, addirittura avvicinando diversi wedding planner che, affascinati dallo stile aziendale, vorrebbero proporre le varie bottiglie sia come segnaposto (quelle di formato più piccolo) sia come integrazione al servizio di catering per l’aperitivo o il dopo cena.
La clientela è generalmente compresa tra i 25 e i 50 anni, lasciando qualche scettico old school, che vedremo nel futuro se si “convertirà” ad apprezzare questo bere innovativo.
Un’anticipazione è che nel corso del 2021 verrà aperto un punto vendita con cocktail bar dove miscelare i prodotti, all’interno della struttura di produzione e ci saranno forti orientamenti, oltre che sul mercato italiano, oltre confine, in Europa prima di tutto e negli States.
Alla mia richiesta di una ricetta particolare di un cocktail dopo una chiacchierata di un’ora Alessandro, dopo qualche secondo di riflessione (e dandogli un piccolo suggerimento nell’escludere le cose troppo dolci) mi propone un:
GIN TONIC CARAIBICO
60ml di gin infuso con pimento
120ml di tonica home made al lime
Il gin viene macerato con il pimento, circa 10g per litro, e ridistillato con rotovapor.
L’acqua tonica al lime, un unione di sciroppo di lime e chimino ad acqua ed anidride carbonica.
Il tutto viene assemblato, arricchito di un paio di cubetti di ghiaccio ed una scorzetta di lime!
Una realtà giovane dinamica e moderna, a cui non si può che augurare il meglio!