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domenica, 28 Maggio, 2023

I bordolesi del Trentino a Tenuta San Leonardo, Avio (Trento)

Tenuta San Leonardo, una visita a trecentosessanta gradi immersi nella storia del Trentino dal carattere dei grandi bordolesi

25 Marzo 2022

San LeonardoFinalmente si tocca con mano una delle più famose realtà trentine, Tenuta San Leonardo, che si nasconde dietro ad un cancello e relative mura, in località San Leonardo ad Avio.

San LeonardoL’accoglienza è gestita da Elena scortata dal fedele pastore tedesco Winnie e assieme a loro ci immergiamo subito nella storia di questo fantastico luogo, nato come monastero intorno al nono secolo dopo Cristo, appartenuto ai monaci dell’ordine dei crociferi. Negli anni le trasformazioni sono state tante, iniziando con la scomunica dell’ordine monastico, il passaggio della proprietà in mano alla famiglia dei De Gresti nel ‘700 ed infine ai Gonzaga, una famiglia di guerrieri, al cui cognome fu aggiunta anche la parola “Guerriero” dal signore di Mantova, Marchese Francesco, proprio per sottolinearne questa propensione ed abilità.

San LeonardoLo sposalizio, nel 1894, tra il Marchese Tullo e Gemma de Gresti, discendente dei proprietari di Tenuta San Leonardo e figura che ritroveremo nella nostra storia, dettò l’arrivo dei Guerrieri Gonzaga in Trentino. Il figlio Anselmo, imprenditore e appassionato di enologia, consolidò la produzione vitivinicola, anche se è stato suo figlio Carlo il primo enologo della famiglia. Carlo ha studiato enologia a Losanna e, una volta laureato, la sua idea era quella di tornare nell’azienda di famiglia con la volontà di creare una sorta di Chateau in stile bordolese. Al suo ritorno, però, il padre Anselmo, aveva appena assunto un nuovo enologo, anche più giovane del figlio, così Carlo, in seguito a questo schiaffo morale, decise di trasferirsi in Toscana. A Bolgheri oltre a Mario Incisa della Rocchetta, incontrò Giacomo Tachis, all’epoca enologo dell’azienda Antinori e, dopo la morte del padre, tornando in Trentino e piantando quelle varietà bordolesi che tanto lo entusiasmarono in terra toscana, portò con sé anche Tachis, prima “in prestito” poi come enologo dell’azienda. La prima bottiglia di San Leonardo porta l’anno 1982 e da allora Tachis è rimasto in questa realtà come enologo fino al 2000, ruolo oggi ricoperto da un suo discepolo, Carlo Ferrini.

San LeonardoOggi Tenuta San Leonardo è capitanata da papà Carlo e dal figlio Anselmo, attuale amministratore dell’azienda, che si compone di trecento ettari, di cui trenta sono vitati, tutti a corpo, e una gran parte è dedicata al bosco.

Una curiosità è che il Borgo di San Leonardo è diventato di proprietà della famiglia nel 1770, ma in etichetta si riporta la data 1724, poiché vi abitavano già in affitto, e furono ritrovati dei documenti che ne testimoniano l’attività di commercializzazione di vino già in quegli anni.

San LeonardoLa Tenuta si affaccia sul Monte Baldo e presenta alle spalle i Monti Lessini, con i vigneti che si espandono dai cento ai duecentoquaranta metri sul livello del mare. Interessante notare come nella parte più bassa i terreni siano argillosi e man mano che si sale la conformazione del sottosuolo diventa sempre più sabbiosa; eredità del passaggio e delle esondazioni del fiume Adige. San LeonardoPasseggiando tra le vigne si possono vedere diverse forme d’impianto, dalla tipica pergola al guyot, e diverse varietà, tutte a bacca rossa: Cabernet Sauvignon, Carmenere, Merlot. Tenuta San Leonardo produce, in realtà, anche alcuni vini bianchi, tra cui Riesling, Sauvignon Blanc e un Trento DOC a base di Chardonnay, da quindici ettari in affitto nella vicina Val di Cembra.

San LeonardoAffacciata al vigneto più vecchio di Carmenere si trova Villa Gresti, una costruzione di fine ‘800 in stile liberty, oggi residenza estiva dei Marchesi. La sua storia più recente l’ha vista coinvolta come ufficio di comando italiano durante la prima guerra mondiale, all’interno della quale vennero avviate le trattative che portarono all’armistizio con gli austriaci. Durante il secondo conflitto mondiale fu sede della Whermacht tedesca, costringendo i suoi abitanti dell’epoca a nascondere tutti i loro beni, tra cui il vino, talvolta murandoli in stanze, per impedire eventuali furti.

San LeonardoRiprendendo il tema del Carmenere, dalle sue maestose foglie rosse nel periodo autunnale, è necessario puntualizzare che queste vigne di settanta/ottant’anni sono state confuse fino al 2007 con il Cabernet Franc, ma, grazie agli studi effettuati in quegli anni, si attestò la vera origine del vitigno, che è diventato simbolo e impronta inconfondibile di Tenuta San Leonardo. E’ scontato dire che le bottiglie antecedenti a quella data non riportano in etichetta il vitigno tra le percentuali indicate a comporre il blend del San Leonardo.

Parlando di conduzione agronomica, dal 2015, è stato portato avanti il processo di conversione al biologico in vigna, non trovando l’indicazione BIO in etichetta; si cerca di effettuare pratiche il meno invasive possibili, falciando l’erba a mano, praticando sovesci se necessari e tutelando le specie animali che provengono dal vicino bosco. A fianco delle vigne abitano le api, con una trentina di arnie e da qui si ricava il miele; altro motivo per non impattare con agenti di sintesi i vigneti.

San LeonardoPercorrendo una via di sassi, che un tempo rappresentava una parte della consolare romana “Claudia-Augusta” che collegava la pianura padana a Monaco di Baviera, si possono notare un recinto per gli asini, pollaio, colombaia e un laghetto artificiale, prezioso serbatoio di acqua nelle stagioni più calde, nelle quali si riempie di ninfee. Finito questo “giro ad anello” ci si immerge nel vecchio borgo che, un tempo, rappresentava le abitazioni dei contadini e oggi racchiude gli ambienti principali di Tenuta San Leonardo, oltre ad ospitare ancora due famiglie che qui vi risiedono, una delle quali è quella di Luigino Tinelli, direttore dell’azienda, nato e cresciuto nel borgo.

San LeonardoLa prima sala visitata è quella delle vinificazioni, dove sono presenti trentatrè vasche in cemento, parte vetrificato e parte allo stato grezzo. Le uve, vendemmiate fino a fine ottobre circa, fermentano in questi contenitori grazie ad un pied de cuve, effettuando diversi rimontaggi e un paio di delestage per ossigenare il vino. Dopo una soffice pressatura a polmone il vino viene lasciato affinare nell’affascinante barricaia sotterranea in compagnia di un sottofondo musicale a base di canti gregoriani, passione del Marchese Carlo.

San LeonardoOggi si trovano circa seicentoventi/seicentotrenta botti ed il legno utilizzato è tutto di rovere francese di sei tonnellerie diverse. Le tipologie sono sia barrique sia tonneau, contenitori che effettuano più passaggi, fino ad arrivare alla sostituzione dopo il quinto/sesto. Le varietà vengono vinificate ed affinate tutte separatamente e assemblate solo in una seconda fase, tenendo in considerazione che non tutti i vini vengono prodotti tutti gli anni, dipendentemente dalla qualità delle uve e dall’andamento della stagione. San LeonardoIn un’altra saletta sotterranea sono presenti altre vasche in cemento, nelle quali viene assemblato il San Leonardo, prima di essere imbottigliato. Le bottiglie più vecchie, in diverso formato, vengono conservate in un’altra stanza, nella quale si può vedere la prima prodotta, datata 1982. San LeonardoTornando in superficie si può ammirare la limonaia, che in tempo di guerra fungeva da ospedale militare e l’orto, curato personalmente dal Marchese Carlo, appassionato di piante e botanica, con forme che vogliono riprendere quelle degli orti monastici, all’interno del quale trova spazio anche una collezione di rose antiche.

San LeonardoIn un ricovero attrezzi esterno si trovano alcuni vecchi trattori, che saranno posizionati vicino alle vigne in un’area adibita a museo, oltre ad una Moto Guzzi risalente alla seconda guerra mondiale e una motoretta americana paracadutata da qualche aereo in tempo di guerra ed atterrata nel giardino romano del fratello del Marchese Carlo. Finita la guerra quest’ultimo è salito da Roma a Tenuta San Leonardo a bordo della motoretta, ancor’oggi perfettamente funzionante.

Nel magazzino adiacente sono invece contenute alcune delle bottiglie prodotte che si attestano di media tra le trecentodieci e le trecentocinquantamila per anno, di cui il San Leonardo ne rappresenta circa un quinto e con orgoglio il 55% del mercato è rappresentato dall’Italia.

San LeonardoIl penultimo ambiente visitato è il museo all’interno del quale sono conservati tanti degli oggetti che un tempo si trovavano nella fattoria, utilizzati per la conduzione dei terreni e dei vigneti. Qui è custodita anche una parte dell’archivio documentale della Tenuta, con atti di compra vendita, corrispondenze e foto che riportano ai tempi passati. San LeonardoUna foto di Gemma de Gresti fa emergere un particolare aneddoto: un giorno alla fine della messa si accorse di una signora che rimase in chiesa a piangere e, domandandole il motivo, questa rispose che i suoi tre figli erano dispersi in Russia. La signora de Gresti, nonna di Carlo, originaria di Odessa, il cui padre era un diplomatico a Mosca, aiutò i tre figli a rimpatriare in Italia e, diffondendosi la notizia, fondò un vero e proprio ufficio di corrispondenza tra Italia e Russia, facendo così tornare in patria circa dodicimila soldati italiani. San LeonardoGemma de Gresti riposa nella chiesetta, tutt’oggi consacrata, che andiamo ad esplorare come ultima tappa, la cui costruzione risale al diciannovesimo secolo, ma una parte si attesta sia risalente al 1200, nella quale è presente uno dei più antichi dipinti del trentino, dove si può notare il richiamo dell’ordine dei monaci crociferi.

San LeonardoRimanendo in tema ecclesiastico la degustazione dei vini di Tenuta San Leonardo si tiene nel vecchio refettorio dell’ex monastero e comincia con il Trento DOCGuerrieri Gonzaga”, un Brut 100% Chardonnay, con uve della vendemmia 2017. Al naso sentori di mela, note erbacee, fieno, leggera pasticceria, ben teso con una buona acidità, bolla fine, minerale, sapido.

San LeonardoIl secondo è un vino bianco, SauvignonVette” 2021 affinato in solo acciaio dove riposa per cinque mesi sulle sue fecce fini. Molto intenso al naso, con sentori per lo più vegetali, di tè verde, erba appena tagliata, leggera pesca bianca, spunti agrumati e note balsamiche. Un vino non ancora in commercio, fresco, verticale, con una buona mineralità e sapidità, oltre ad una buona spalla acida e persistenza.

San LeonardoIl mondo dei rossi di Tenuta san Leonardo si apre con il Terre di San Leonardo 2018, un vino che nasce anche dall’idea di proporre sul mercato un prodotto diverso dal fratello maggiore, il quale non viene prodotto nelle stesse quantità tutti gli anni, dipendentemente dall’andamento dell’annata stessa. Il blend è composto da un 50% di Cabernet Sauvignon, 40% Merlot e 10% Carmenere, con un affinamento che spazia tra gli otto e i nove mesi in tonneau. Delicato al naso con note di frutti rossi, frutti di bosco, petali di rosa, sottobosco, note speziate; vino di beva, fresco, ben equilibrato tra le parti dure e morbide e un tannino ben delicato.

San LeonardoIl secondo vino rosso prende il nome da Villa Gresti e questo 2016 è per il suo 90% è composto da Merlot, completato da un 10% di Carmenere ed affinato per almeno diciotto mesi in barriques di rovere francese e altrettanti mesi in bottiglia. Al naso emerge una frutta più scura, frutta sotto spirito, tabacco, il bastone di liquirizia, chiodi di garofano, note terrose, cuoio, cioccolato fondente, mentre in bocca è comunque pieno, avvolgente, con buone note minerali, corposo ma di ottima beva e buona persistenza.

LSan Leonardoa conclusione non poteva che essere con il re dell’azienda Tenuta San Leonardo, il San Leonardo 2016, nel quale il 60% è rappresentato dal Cabernet Sauvignon, il 30% di Carmenere e in restante 10% di Merlot. I vini affinano per almeno ventiquattro mesi in barriques di rovere francese di primo, secondo e terzo passaggio, oltre ad un affinamento in bottiglia per altri due anni, come minimo. Al naso si incontrano note di confettura, frutti di bosco, frutti neri, fiori rossi, rosa passita, spezie, cacao, note balsamiche, per un palato fine ed elegante, con la caratteristica beva di tutti i vini dell’azienda, verticale come i vini del Trentino sanno essere e con una buona persistenza.

San LeonardoIn attesa di tornare a conoscere il Marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga, per Elena, guida super preparata, pur essendo in azienda da sole tre settimane, maglietta numero 153.

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