Val de Pol, Pinot Nero con influenze borgognotte in Alpago
06 Marzo 2021
Una giornata che parte timida, con un sole che stenta ad uscire dalle nuvole, ci porta nell’azienda Val de Pol in compagnia della titolare Katja, che ci guida in una visita e degustazione dei suoi Pinot Nero.
Siamo nel piccolo borgo di Codenzano, poco più su di Chies d’Alpago, nella parte alta della Conca dell’Alpago a circa 560 metri s.l.m. . Sembra di essere tornati indietro negli anni, in un clima più sereno e tranquillo, nel quale tutti si salutano e scambiano due chiacchiere, un paesino d’altri tempi, forse migliori!
Katja è nata proprio qui e conosce alla perfezione ogni centimetro di quel territorio che tanto ama, al punto di lasciare qualche anno fa il lavoro di amministrativa in un’azienda e dedicarsi alla viticoltura e alla produzione del Pinot Nero.
Accompagnati da una brezza frizzante, cominciamo ad esplorare i vari appezzamenti di Val de Pol, dislocati a poche centinaia di metri dalla mini-cantina. Il primo vigneto è il più eroico, esposto a sud, il vigneto di famiglia rivalutato nel 2012, anno in cui è cominciata l’avventura di Katja. “Vigna Corletta”, composta di tredici terrazzamenti creati tutti a mano in un inverno, con i sassi del vicino torrente incastrati uno ad uno. Nel vedere questo appezzamento ci viene raccontato che, prima di partire con la creazione dell’azienda, sono stati fatti degli studi sul terreno, da parte di un agronomo veneto con il supporto di un esperto francese ed entrambi hanno convenuto essere un ambiente e terroir perfetto per la coltivazione del Pinot Nero. La Francia è onnipresente nell’azienda ed è proprio in Borgogna che vive il cugino di Katja, consulente di diverse aziende produttrici dei migliori Pinot Nero al mondo, bottaio ed ex produttore di vino.
Il terreno è prevalentemente argilloso, con la presenza di calcare e marne, dove non è difficile trovare fossili. I lavori vengono fatti tutti manualmente, non ci sarebbero altri modi per lavorare queste e le altre vigne, con concimazioni naturali, grazie ad un ragazzo che porta il letame prodotto dalle sue due mucche.
Ci spostiamo poi nell’appezzamento “Vigna del Cors”, piantato nel 2015, dove notiamo la terra che da compatta si scaglia al tatto; anche qui Pinot Nero, con cui viene prodotto il vino “base” dell’azienda.
Due ettari circa che purtroppo sono stati danneggiati da una frana lo scorso dicembre che ha distrutto una parte di vigna. Quasi immerso tra le piante sono presenti tavola e panche, ottime per organizzare degustazioni, con una vista meravigliosa sulla natura.
Se si riescono ad arginare tutti questi agenti esterni, la produzione è di circa uno/due chili di uva per pianta, con una resa media di 30/50 quintali ettaro.
Ad oggi Val de Pol conta tre ettari scarsi che vengono curati maniacalmente da Katja in prima persona, gelosissima delle sue piante e delle lavorazioni che vengono fatte sia in vigna sia in cantina.
Un lavoro che è stato imparato ex novo, grazie all’estrema passione per il Pinot Nero e con l’aiuto del cugino “italiano di Borgogna”. Tecniche che si stanno via via affinando negli anni, avvicinandosi alla biodinamica e sperimentando sempre più per arrivare all’eccellenza nel prodotto finale. I trattamenti sono fatti nel rispetto dei canoni del biologico, non negando la possibilità di interventi convenzionali per salvaguardare il raccolto.
Passiamo poi al Frazesca, dal nome del lembo di terra che in dialetto era chiamato “Fradesca”; Katja ha voluto inserire la lettera “Z”, iniziale del suo cognome.
Uve che in questo caso vengono solo diraspate e controllate chicco per chicco; la fermentazione avviene in acciaio con un piede ricavato una settimana prima da “ciò che si trova tra i vigneti”. Affinamento in barrique nuove per dieci mesi e almeno altri otto in bottiglia. Un 2019 dal colore più tenue del precedente, con riflessi quasi granati. Al naso emerge più una speziatura e le note floreali di viola, ciliegia, fragolina, marasca. Al palato presenta un’acidità maggiore e un’ottima mineralità, con un tannino più importante. Sarà sicuramente da riassaggiare tra qualche anno.
Gli altri due vini sono esauriti e nelle botti è appena stato fatto il batonnage; speriamo ci sia occasione di poterli assaggiare quanto prima!