Luca Carfagna, la semplicità di alcuni omini che trasmettono un messaggio profondo
Navigando tra i social mi imbatto in un profilo con diverse foto di tele raffiguranti degli omini stilizzati intenti in varie operazioni a sfondo enologico e, facendo un po’ di attenzione, scopro che la mando che li anima è quella di Luca Carfagna.
Dopo qualche mese di rincorsa, riesco a fissare una chiacchierata così da poter conoscere meglio l’autore di queste tele che tanto mi hanno impressionato.
Luca Carfagna, che oggi risiete in Toscana è nato a Torino da genitori molisani ed è proprio dalla mamma che sembra aver acquisito la genetica dell’artista.
La madre infatti è sempre stata un’ottima ritrattista fin dall’adolescenza, fotografava nei suoi ritratti l’anima delle persone e avrebbe dovuto inseguire questa carriera invece di quella imposta dai genitori che non la volevano “zittella e dedita all’arte”.
Vita ed anima da artista barattate con le realtà inculcate dall’esterno e gli studi di lettere che l’hanno poi portata a fare l’insegnate.
Una volta andata in pensione e alla morte del padre di Luca, si iscrisse all’Accademia di Torino e la terminò con successo, con un confronto paritario con i professori e portando finalmente avanti la sua vena artistica, componendo le sue tele migliori e possedendo alcuni studi artistici fino ai suoi ultimi giorni.
Luca, invece, iniziò i gli studi da geometra e il gusto per l’arte e per il disegno non sono mai mancati, però la madre (predicando bene e razzolando male) lo fece entrare come dipendente dell’acquedotto di Torino, come Geometra. Un’esperienza che è durata cinque anni finchè Luca Carfagna si iscrisse all’Accademia delle belle Arti di Roma, dove studiò per due anni ed ebbe la possibilità di collaborare con il professore di scultura Bruno Liberatore, il quale gli propose di lavorare nel suo studio.
A Roma Luca decise di espandere la sua espressione artistica e, dopo un incontro fortuito con un’artista di strada che dipingeva con delle spatole di plastica su delle lamine, invitato da questo a provare la tecnica, iniziò ad esporre per strada le sue opere, pur continuando l’attività in accademia.
Le vendite procedevano molto bene, ma la voglia di conquistare il mondo lo portò prima a Parigi e poi a Barcellona, dove munito di valigetta iniziò anche qui a dipingere per strada.
Nella città catalana trovò amici, una casa e il successo come artista dando vita nel 1996 agli omini che oggi popolano le sue tele.
Dopo sei anni passati a Barcellona e un paio nuovamente in Francia, in cui la produzione di omini fu messa in stand-by, il trasferimento quasi casuale, grazie al contatto con un amico, nel Chianti.
Una valigia piena di omini che si trovano in quel momento disoccupati, a Barcellona facevano storie con acqua, ballo, musica, e qui nel Chianti cosa avrebbe potuto fargli fare, se non attività legate al vino, alle bottiglie e alle vigne?
Iniziò così questo sposalizio tra gli omini ed il vino che dura ormai da più di quindici anni e viene riconosciuto da persone ormai di tutto il mondo.
Se fosse possibile tessere un filo che unisce tutte le persone che hanno acquistato una tela da Luca Carfagna si potrebbe coprire tutto il Pianeta dall’Australia al Giappone all’America, dove vanno per la maggiore. Anche l’Italia risponde bene anche se talvolta sul prezzo viene storto un po’ il naso.
Non c’è un uso fisso di questi dipinti, ma Luca ci tiene a sapere come il cliente che le sceglie le utilizza, se le appende, che uso ne fa e tante volte si fa mandare le foto. Non servono cornici, possono essere lavate e appese al muro liberamente.
Gli omini sono auto-identificativi dell’artista e, chi sceglie di acquistare queste tele, sceglie la persona di Luca Carfagna, il quale ribadisce che anche quelle che sono state rubate ai vari mercati sono state una scelta verso di lui!
I canali di vendita sono principalmente i mercati, oltre ad esporre in diversi ristoranti della zona che hanno deciso di acquistare o di rivendere le tele. Alcune collaborazioni con le cantine oltre a “girar per le città” in bicicletta ad attaccare qualche omino qui e la e far riconoscere che Luca è passato di li.
Analizzando il successo che c’è stato negli anni, pur non essendo partito con il voler trasmettere una filosofia, traspare un messaggio profondo che passa attraverso una grafica semplice, quasi infantile. Quasi un ossimoro in un messaggio energetico, di frequenza e leggerezza di allegria che ha un peso non indifferente, poichè ci si arriva tramite una sintesi, un modo di essere che Luca incarna nella sua vita, un po’ fuori dagli schemi e dalle regole.
In sintesi degli omini che fanno “cavolate” per uscire dal quotidiano, ma arrivano a far breccia nella mente e nel cuore dei più.
Ad oggi siamo a più di 10.000 tele prodotte, di due misure diverse: una piccola 35×9 centimetri e quella più grande 150×40 centimetri.
Per il futuro l’idea è quella di incrementare questa passione/business per “guadagnare cifre enormi”, non per arricchirsi ma con lo scopo di aprire un centro poli-artistico enorme che alimenti la gioia di tutti attraverso l’arte e la cultura.
“Non me ne frega un c…o di diventare ricco, ma voglio donare gioia per trarre gioia”