Tra Asolo e Maser, nell’azienda Bresolin Bio, produttrice di Asolo Prosecco DOCG e Montello superiore DOCG
03 Febbraio 2024
Un sabato pomeriggio in quel di Crespignaga, località tra le colline asolane a circa metà strada tra Asolo e Maser, per scoprire l’azienda Bresolin Bio, assieme ad uno dei tre fratelli che la conducono, Matteo. Prima di entrare nel vivo del racconto uno sguardo al panorama esterno, in compagnia di papà Beniamino, che supporta i figli nell’attività, pur essendosi occupato di altro nella vita. Purtroppo il cielo non è molto limpido, ma la vista solitamente può godere dal lato sinistro del Montello, mentre nella parte più a destra si riescono a vedere i Colli Euganei e i Colli Berici, lasciando Asolo e Monfumo nascosti dalle colline.
Assieme a Matteo andiamo a scoprire gli ambienti principali di questa realtà famigliare, che è stata fondata ufficialmente nel 2012, sulle radici di quella che era l’attività del nonno materno, Dedoino, soprannominato Lino, il quale possedeva cinque ettari a Valdobbiadene. Tre anni dopo la creazione della DOCG Asolo i tre fratelli hanno deciso di volersi dedicare alla viticoltura e alla produzione di vino, oltre che di olio, dove sorgeva l’abitazione di famiglia. La cantina è stata costruita nel corso degli anni e si possono notare le varie aree che hanno via via cambiato destinazione d’uso. La parte più storica è quella inferiore, sotto alla sala degustazioni, dove oggi trovano spazio alcune barrique, mentre prima erano posizionate sei vasche in acciaio, trasferite in una zona ancora sottostante ed aumentate in termini di quantità. Oltre a questa zona a “L”, costruita nel 2015, ed arrivata lo scorso anno a saturazione, fintanto che non ci si poteva quasi più muovere, è stata costruita una nicchia esterna, dove effettuare le prime lavorazioni dell’uva, grazie anche a tre diverse presse. Le autoclavi e lo stock di bottiglie, invece, sono state trasferite in un magazzino in pianura, più comodo e facile da raggiungere, a pochi chilometri dal cuore dell’azienda.
I tre fratelli Bresolin si occupano di tre diverse mansioni, pur adattandosi a tutte le attività, trattandosi di una piccola realtà produttiva. Davide, laureato in enologia, si occupa interamente dei processi di cantina, Enrico gestisce le attività in campagna, mentre Matteo, laureato in economia, segue la parte amministrativa.
Nel 2012 si è cominciata la produzione di vino in bottiglia con i primi ettari in affitto, iniziando anche a piantare alcuni vigneti, sia a corpo sia in altre zone, principalmente nel comune di Maser, oltre a Fonte e Monfumo, così da arrivare ad un totale di diciassette ettari. È stato mantenuto anche un piccolo appezzamento di meno di un ettaro a Valdobbiadene, eredità di nonno Lino, le cui uve sono destinate al conferimento.
Parallelamente al vino si è cominciata la produzione di olio, in prima battuta con sette ettari di ulivi in affitto, tutti in zona collinare, che richiedevano l’impiego di sette/otto persone per circa un mese, al fine di raccogliere tutte le olive. Oggi gli ettari si sono ridotti a due, con varietà Grignano, Frantoio, Leccino.
Anche i vigneti sono quasi tutti in collina, con terreni che variano da zona a zona: sulle colline di Maser si presenta un terreno rosso con delle rocce al suo interno, mentre a Monfumo il terreno è argilloso di colore grigio, molto duro; quando è molto secco e arriva una pioggia “diventa quasi come il pongo“, decisamente malleabile. Quest’ultimo assomiglia al terreno collinare di Sacol (piccolo paesino di Valdobbiadene) dove i fratelli Bresolin andavano a lavorare da piccoli con il nonno.
Fin dall’inizio dell’attività si è deciso di condurre l’azienda in biologico, non per moda (che in quegli anni non era ancora esplosa), ma per un’idea di benessere e protezione delle persone che lavorano all’interno dell’azienda. “Quando vai a trattare con prodotti consentiti dal biologico ti fai una doccia e non rimane più nulle, mentre se utilizzi altri prodotti chimici ti restano impregnati sui vestiti e sul corpo”.
Si utilizzano rame e zolfo, erogati con atomizzatori a recupero, oltre ad effettuare un sovescio a file alterne dopo la vendemmia, se necessario. “Ci si domanda comunque ogni giorno se sia la soluzione giusta ed è per questo che siamo sempre alla ricerca di nuove tecniche che ci possano permettere, un domani, in una soluzione ancora più sostenibile”.
Per quanto riguarda le bottiglie prodotte per anno da Bresolin, si attestano sulle settanta mila circa, che si dividono in: Prosecco Extra Dry “Sior Lino”, la prima etichetta prodotta, dedicata a nonno Dedoino; Prosecco Brut “Rissieri” che riprende il soprannome del nonno paterno, Extra Brut “Benny”, dedicato a papà Beniamino (una delle prime aziende a produrlo nella denominazione Asolo DOCG); Colfondo; Rosè Brut a base di Raboso; Cabernet; Merlot; nelle annate migliori il Rosso Montello Superiore DOCG, taglio bordolese che affina per diciotto mesi in barrique e almeno sei in bottiglia ed infine la Recantina, che, come i due francesi in purezza, viene vinificata ed affinata in solo acciaio.
In cantina le uve dei vari appezzamenti si vinificano assieme, per ottenere le varie basi spumante, ad eccezione del Colfondo, le cui uve provengono da una specifica vigna e vengono vinificate con un lievito selezionato differente da quello utilizzato per i Prosecchi, i quali di media restano una quarantina di giorni in autoclave, per la seconda fermentazione.
Tra le chiacchiere un assaggio di Colfondo “DiFondo”, annata 2021, vino che fa parte del progetto Colfondo Agricolo e per questo motivo esce sul mercato due anni dopo la vendemmia. Al naso si presenta con sentori di mela gialla, albicocca, un tocco di agrume, nota officinale, un tocco di mandorla, spunto di lievito e sottofondo di pasticceria delicata. In bocca la bolla è cremosa, per un sorso rotondo, equilibrato, di buona freschezza, discreta acidità a mineralità, buona la persistenza.
Passiamo all’Extra Brut 2022, il quale al naso esprime sentori fruttati, di agrume, fiori bianchi, gelsomino, un tocco sempre officinale e di erbe aromatiche, come rosmarino. In bocca mantiene una bolla sempre fine e cremosa, con una buona spalla acida, verticale, buona mineralità e persistenza.
Curioso di assaggiare la Recantina, di cui ne è rimasta solo una bottiglia del 2021, sarà d’obbligo ritornare a trovare i ragazzi di Bresolin Bio, ma intanto maglietta 305 per Matteo.