Chateau Soucherie, immersi tra i castelli della Loira a venti minuti da Anger per una visita dell’azienda e un pernotto in una delle camere del castello
14 Agosto 2023
La vigilia di ferragosto, dopo aver visitato uno dei castelli più affascinanti della Loira, Chenonceau, ci dirigiamo nelle campagne di Beaulieu-sur-Layon, a circa venti minuti a sud di Anger, dove ha sede l’azienda Chateau Soucherie.
L’arrivo attraverso il viale circondato da vigneti, dove sono presenti piante piuttosto vecchie, è molto affascinante, soprattutto se accompagnato dalle grandi nuvole che sono solite svettare nei cieli della Loira.
Una tappa intermedia per raggiungere le terre bretoni che fa cogliere l’occasione di visitare una nuova azienda e provare l’emozione di dormire in uno Chateau. Prima di passare al riposo un approfondimento dell’azienda assieme alla responsabile dell’accoglienza Clemence. Chateau Soucherie conta circa venticinque ettari vitati di cui venti sono a corpo, attorno al castello, poco meno di due ettari nel paese di Savennieres e altri quattro in zona Chaume, da cui proviene l’etichetta dello Chenin Premier Cru.
Esplorando l’area esterna della proprietà si possono incontrare vigneti di diverse età, dai nuovi impianti che hanno sostituito piante molto vecchie e poco produttive a vigne che arrivano ad avere cinquanta sessant’anni. Per filosofia aziendale, dopo aver espiantato un vecchio vigneto, si semina per tre anni del grano saraceno, così da rigenerare il suolo e in seguito ripiantare la vigna.
Le uve maggiormente allevate sono lo Chenin su tutte, ma anche Cabernet Franc, Gamay per la produzione di un rosato e Chardonnay dedicato ad un Cremant. Ci troviamo in un suolo che incontra sia scisto, sia parti vulcaniche, ma anche sabbiose e zone argillose (queste ultime principalmente nell’appezzamento di Savennieres).
Le lavorazioni vengono ormai da anni portate avanti secondo il disciplinare Bio, con certificazione ottenuta nel 2022 e la prima bottiglia di bianco che porta tale marchio.
Spostandoci in cantina si possono trovare alcune vecchie vasche in cemento, che sono ormai state dismesse, viste le grandi dimensioni (fino a centoventi ettolitri) utili alle copiose produzioni dell’epoca. Oggi si utilizza principalmente l’acciaio e vasche in vetroresina.
Per gli affinamenti sono presenti un paio di botti grandi di rovere e una barricaia che contiene tonneau di rovere francese di cui circa il 20/25% viene cambiato ogni anno.
Infine, oltre alle anfore di una nota azienda trentina, si stanno sperimentando alcuni contenitori in vento soffiato, di forma circolare, per affinare un vino bianco (Blanc Ivoire), senza avere cedimenti da parte del legno e evitare ogni scambio con l’ambiente esterno.
Parlando di storia di Chateau Soucherie le sue origini si attestano al diciannovesimo secolo come una fattoria all’interno della quale l’allevamento della vigna era una delle tante attività, con una produzione di vino limitata all’autoconsumo. Possiamo individuare nel 1952 la prima data in cui la famiglia che deteneva il podere, prima degli attuali proprietari, ha iniziato la produzione di vino per la vendita, incrementandone la produzione e soprattutto la promozione.
Nel 2007 l’azienda è stata venduta alla famiglia Beghino, che, come prima attività, si occupa di tutt’altro, ma da sempre ha avuto la passione per il mondo del vino. Oltre alla produzione delle circa centomila bottiglie per anno si è investito sull’accoglienza, avendo a disposizione quattro camere, con colazione inclusa, e un appartamento che può ospitare dieci persone. Curiosità è che la famiglia ha mantenuto il castello come residenza privata.
L’azienda è cresciuta negli ultimi anni, così come le sue etichette, con una gamma di vini che è rappresentata da: una bolla Metodo Classico, Cremant de Loire, a base Chardonnay; una new entry “Karva” (che significa vaso di terracotta in georgiano), Chenin macerato e vinificato in anfora per sole novecento ottanta bottiglie; “Pivoine Rosè”, a base di Gamay; “Anjou Blanc”, uno Chenin proveniente dalla zona di Ivoire; lo Chenin di Savennieres dell’appezzamento “Clos des Perrieres” ; “Anjou Rouge”, il rosso più semplice con un’80% di uve Cabernet Franc 10% Grolleau, vinificato in solo acciaio; mentre “Anjou Rouge Chateau Soucherie” è un secondo rosso a base 100% Cabernet Franc che affina in anfora e barrique; passando poi ai liquorosi “Coteaux du Layon Patrimoine”, “Coteaux du Layon Exceprion” e “Chaume Premier Cru” tutti a base di Chenin Blanc.
Per assaggiare alcuni vini prodotti ci spostiamo nella vecchia cantina di vinificazione ed imbottigliamento (operazione che oggi si effettua con camion mobile) che, diventata ormai piccola per la produzione, è stata adibita a sala di accoglienza e degustazioni. Il primo assaggio è di “Blanc Ivoire” 2020, Chenin vinificato in solo acciaio; un vino dai sentori non troppo spinti al naso, con note di mela verde, limone, menta, anice, un sottofondo erbaceo e fresco che si ripresenta in bocca, dove entra con una buona acidità discreta mineralità e sapidità.
Un secondo Chenin è quello della parcella di Savennieres, vino che affina in barrique di diversi passaggi, primo, secondo e terzo per quattordici/quindici mesi. Al naso la frutta diventa più matura ed emergono note di pesca bianca, sentori più dolci, mandorla, note di confetto, limone cotto, sfumature burrose, erbe aromatiche, origano, pepe bianco. In bocca mantiene una buona acidità, fresco, minerale, discretamente sapido e più persistente del precedente.
Un assaggio anche di “Anjou Rouge Reliefs” 2021, con uve Cabernet Franc e un 10% di Grolleau per affinamento, in questo caso, in solo acciaio. Definito “vino della settimana”, si presenta al naso con note tendenti al verde, come peperone, note erbacee, ma anche di mora e lampone, per un sottofondo di leggero sottobosco e liquirizia. Al palato è di facile beva, fresco, con una buona acidità, discreta persistenza e tannino delicato sul finale.
Una conclusione con lo Chenin Premier Cru Chaume 2018 con uve raccolte dopo l’inizio di ottobre quando sono parzialmente botritizzate. L’affinamento è in barrique per più di un anno, dipendentemente dall’annata e i grammi di zucchero raggiunti sono centoventi. Al naso spicca la frutta secca, pera caramellata, miele, zagara e ritorna un leggero sentore di mentuccia ed origano. Al palato gode di un buon bilanciamento, sostenuto da una buona spalla acida che gli dona beva, freschezza, con una lunga permanenza in bocca.
Dopo la degustazione una cena nel centro del vicino paese di Savennieres al locale Les Chenin, dove si possono assaggiare manicaretti locali accompagnati da un’ottima carta vini. Il riposo all’interno di Chateau Soucherie è accompagnato da un rilassante silenzio in un contesto, molto curato e piacevole, immerso tra le vigne.