Visita a Chateau Clos de Vougeot, simbolo della Borgogna, dei vini di questa Regione e sede della Confrérie des Chevaliers du Tastevin
17 Maggio 2024
Un fine giornata in visita a Chateau Clos de Vougeot, castello simbolo della Borgogna, con i suoi novecento anni di storia, situato nell’omonimo paese di Vougeot, poco più a nord di Vosne-Romanée.
Ci troviamo davanti ad uno dei monumenti più rappresentativi della Regione che andiamo a scoprire assieme alla giovane Pauline, incaricata dell’accoglienza e delle visite.
Per ripercorrere la storia del castello dobbiamo balzare indietro di circa mille anni, quando, nell’undicesimo secolo i monaci di Cîteaux si sono insediati nella zona di Mersault per coltivare la vigna, finalizzata alla produzione di vino principalmente per la celebrazione delle liturgie, ma anche per essere consumato durante i pasti. Pochi anni più tardi, nel 1098, questi esperti vigneronne, che avevano identificato i territori della Borgogna come estremamente vocati (molti secoli prima del loro riconoscimento a livello globale), si spostarono a Vougeot.
Qui, oltre ai primi dieci ettari vitati, iniziarono la costruzione di alcuni edifici utili alle vinificazioni, tra cui i primi torchi (il primo datato 1477) e la cantina, ancora oggi ammirabili nella loro conformazione originale.
Toccare con mano questi vecchi torchi, rassomiglianti a quelli dei palmenti siciliani, è decisamente affascinante, portando la mente ad immaginare come avveniva il processo a quei tempi, con le persone (di media quattro monaci) addette a girare la grossa vite che azionava la pressa, dopo il periodo di macerazione, al fine di estrarre tutto il nettare dalle uve di Pinot Nero, trasferendo poi il mosto nelle grandi botti per essere fermentato.
Questi edifici sono stati le fondamenta di quello che sarebbe diventato lo Chateau Clos de Vougeot.
Qualche secolo più tardi, grazie alle donazioni dei fedeli, gli ettari diventarono cinquanta, attorniati da un muro di tre chilometri e trecento metri, che, anche in questo caso, ancora oggi ha mantenuto la sua conformazione originale. Nel 1551, Dom Loisier, quarantottesimo abate di Cîteaux, oltre ai vigneti, espanse anche la struttura dello stabile, creando un maniero rinascimentale, la cui eleganza contrastava nettamente con lo stile degli edifici originari. Si possono notare ancora oggi le decorazioni greco-romane e le colonne doriche con la porta d’ingresso all’area di più nuova costruzione decorata con simboli richiamanti il mito romano, come quello di Mitra, legato alla fertilità e l’agricoltura. Troviamo, inoltre, dei crani di toro con la frutta che pende dalle corna e delle statue che simboleggiano l’ordine monastico, sia di sesso maschile che femminile.
Una nuova epoca è stata segnata con l’avvento dei primi due proprietari privati, dopo la rivoluzione francese e l’abbandono da parte dell’ordine monastico. A salvare le sorti del castello, prima la ricchezza e la dedizione del banchiere Gabriel-Jules Ouvrard, seguite da quella del commerciante di vino Léonce Bocquet. Entrambi iniziarono dei lavori di ripristino della struttura, riportando il castello ai fasti del tempo, dedicandolo sia a propria dimora, ma mantenendolo anche come cantina per le vinificazioni. Il secondo restauro, commissionato dal commerciante, è stato seguito da artigiani norvegesi, in circa trent’anni. La struttura ha avuto nel diciannovesimo secolo il suo picco di importanza anche a livello politico, ospitando svariate volte il presidente francese, ma dando anche ospitalità alla corte inglese.
Poco prima dell’ingresso, dove oggi trova spazio il parcheggio, si può notare la tomba di Léonce Bocquet, che ha desiderato la sepoltura proprio vicino al tanto amato Chateau Clos de Vougeot. A lui è stato dedicato, nel 2013, il viale che porta ai cancelli.
Un altro periodo di crisi, principalmente per la parte vitivinicola, è stato l’avvento della fillossera, che ha distrutto tutte i vigneti del clos, lasciando quelle terre incolte per anni, non volendo piantare viti americane, poiché si riteneva non potessero produrre uve di una qualità degna di quella che era prima dell’avvento di questo insetto.
Nel 1920 la proprietà passò in mano al viticoltore, deputato parlamentare e sindaco di Vosne-Romanée Etienne Camuzet, il quale cominciò nuovamente l’attività vitivinicola nei cinquanta ettari del Clos.
Un’altra data fondamentale per la storia dei vini di Borgogna è il 1935, anno in cui sono state definite le Appellation da parte dell’INAO (Institut National des Appellations d’Origine) creando quelle che troviamo ancora oggi come: denominazioni regionali, comunali, Premier Cru, Grand Cru.
Dopo la terza ed ultima proprietà privata e la voglia di far diventare Chateau Clos de Vougeot un simbolo di questo territorio sono state vendute le mura e le proprietà circostanti ad una società immobiliare, che ha dato in gestione tutta la struttura alla Société Civile des Amis du Château, nel 1944.
I cinquanta ettari di vigneti sono invece stati acquistati da cantine private, dividendo i terreni per ottanta diversi proprietari.
Nel 1949, il castello ha ottenuto ufficialmente lo status di Monumento Storico ed è oggi aperto al pubblico tutto l’anno.
Sempre nello stesso decennio, in un momento di crisi e depressione di queste terre segnate anche dalla seconda guerra mondiale, un gruppo di viticoltori gettò le basi per quella che sarebbe diventata la Confrérie des Chevaliers du Tastevin. Una confraternita che, grazie allo spirito festivo, ha avuto lo scopo di contribuire a preservare il patrimonio della Borgogna, sia architettonico che vitivinicolo. Per merito dell’impulso della giovane Confrérie des Chevaliers du Tastevin, il primo Chapitre de la Résurrection fu messo in scena al Castello del Clos de Vougeot il 16 novembre 1948. Gli Chapitre sono momenti di ritrovo tra i partecipanti della confraternita, in cui si celebrano in una sala del castello i vini e la gastronomia di Borgogna. Dal primo evento gli Chapitre sono stati centinaia (tenendosi sedici volte l’anno), con la partecipazione di ospiti importanti per il mondo del vino e la possibilità di portare ad ogni membro tre persone, che possono essere ammesse alla Confraternita. Tutto questo sotto il giuramento di difendere la reputazione dei vini di Borgogna in qualsiasi occasione.
Oggi i membri sono circa tredicimila in tutto il mondo. Curiosità è che i vini consumati durante gli eventi sono di cantine terze, ovviamente della Regione, che hanno superato i test qualitativi delle degustazioni alla cieca e si sono meritati un’etichetta personalizzata, che riporta il blasone della Confraternita.
Il consumo si attesta sulle settecento bottiglie per evento.
Parlando di cucina, uno dei piatti principe della manifestazione è l’Oeuf en Meurette (simbolo per eccellenza della cucina borgognona). Chateau du Clos de Vougeot ha scelto di celebrare la Giornata Mondiale dell’Uovo l’11 ottobre 2019 organizzando il primo Campionato Mondiale di Oeuf en Meurette!
Il simbolo che contraddistingue la Confrérie des Chevaliers du Tastevin è il tastevin e il blasone che li rappresenta, frutto del disegno di un illustratore alsaziano è di colore rosso e giallo, a ricordare le tipologie di vino, con raffigurato un elmo, il già citato tastevin e un boccale, con cui un tempo si beveva il vino.
Da sottolineare che il 4 luglio 2015 la Borgogna ha raccolto il frutto di una dura campagna durata dieci anni, quando i Climats sono diventati patrimonio mondiale dell’UNESCO. La sede dei Climats non poteva che essere lo Chateau du Clos de Vougeot.
Un viaggio nella storia di uno dei simboli della Borgogna, in quasi mille anni di storia, grazie a Pauline e a tutto lo staff della struttura.