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mercoledì, 19 Marzo, 2025

Toccata e fuga per due Chardonnay di Domaine Guy Fouquerand, La Rochepot (Borgogna)

Toccata e fuga per assaggiare due calici di Chardonnay in compagnia di Guy, quinta generazione di Domaine Guy Fouquerand

15 Maggio 2024

Prima di raggiungere casa Zanon, un pit stop nel paese di La Rochepot, dove sorge imperante il maestoso ed omonimo castello, per salutare Guy, quinta generazione di Domaine Guy Fouquerand.

Ci troviamo in un piccolo paese dell’Hautes-Côtes de Beaune, ai piedi del famoso castello del XII secolo, che ad oggi è protagonista di un iter burocratico che si spera si concluda quanto prima, con la sua riapertura al pubblico. Qui, nel diciannovesimo secolo, è stata fondata l’azienda di cui oggi Guy è protagonista, assieme al figlio Jérémy, la quale si estende in più di un paio di stabili all’interno del villaggio.

La conoscenza tra Guy e Lorenzo è più che trentennale, ricordando quando il secondo, ancora studente di farmacia assieme al fratello, andava da Guy a prendere il vino. Oggi Domaine Guy Fouquerand è uno dei clienti di Lorenzo, utilizzando quasi esclusivamente le barrique Zanon.

Questa realtà famigliare si compone di sette ettari, i quali si estendono principalmente nelle aree di Volnay, Santenay, Auxey-Duresses, Rochepot. Guy racconta il suo modo di allevare la vigna come “viticultura ragionata”, che cerca di evitare quanto possibile i trattamenti sistemici, ma, in tutta trasparenza, se è necessario intervenire per salvare il raccolto, non ci si esclude la possibilità di adottare anche quella determinata tipologia di prodotti.

Parlando di trasformazione dell’uva, questa arriva in cassetta in cantina, dopo essere stata raccolta manualmente, per poi essere vinificata, dipendentemente se in rosso o in bianco. I vini bianchi trovano sia fermentazione che affinamento in barrique, mentre i rossi solo il secondo processo. Tendenzialmente tutti i vini si imbottigliano prima della vendemmia successiva, visti anche gli spazi limitati della cantina.

Per assaggiare un paio di vini prodotti da Guy Fouquerand, raggiungiamo la piccola barricaia, che si può definire urbana, dove riposano alcune botti da duecentoventotto litri.
Il primo assaggio “rubato” dal suo affinamento è di Santenay 2023, uno Chardonnay che regala sentori principalmente agrumati, di cedro e buccia di limone, che lasciano spazio a note di pietra focaia, un tocco di zolfo e un leggero spunto erbaceo. In bocca si percepisce la mineralità e una buona sapidità, per una discreta spalla acida, buon corpo e discreta persistenza.

Parlando di produzione annua di vino in bottiglia, Domaine Guy Fouquerand, si mantiene su una media di venticinquemila/trentamila bottiglie, divise in sette etichette, tra vini bianchi e vini rossi.

Il secondo furto è di Auxey-Duresses, “Pain Perdu”, sempre della stessa annata 2023, il quale si presenta al naso con note meno agrumate, che tendono più alla frutta fresca, quale mela verde, che alterna anche spunti di gelsomino e mandorla. In bocca mantiene una buona freschezza, un corpo leggermente maggiore, buona spalla acida, discreta mineralità e persistenza.

L’azienda conta anche due diverse strutture in cui poter trovare alloggio, rispettivamente con due accoglienti camere per ognuna. In attesa di provare i vini rossi e magari trovare un po’ di relax nelle strutture ricettive di Domaine Guy Fouquerand, un ringraziamento a Guy a cui è stata consegnata la maglietta numero 331!

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