Safaria, un’esperienza all’interno di questa realtà unica nel suo genere che abbina enogastronomia e un viaggio attraverso la natura
Ci troviamo ad ovest di Castelvetrano, cittadina che ha dato i natali a Giovanni Gentile, da ricordare anche per la splendida chiesa di San Domenico e il pane nero con farina di Tumminia, per scoprire l’ecosistema Safaria, un luogo unico che permette di vivere un’esperienza all’interno della natura che si conclude con la possibilità di godere dei prodotti tipici del posto, sia per colazione, pranzo o cena.
Non potevamo che iniziare questa avventura con l’attività principale da cui prende il nome questo luogo, il Safari!
A bordo di una delle vecchie Fiat Campagnola, armati del tipico cappellino color sabbia, ci avventuriamo all’interno della tenuta di trecento ettari, dove possono essere viste diverse specie animali, libere di scorrazzare fuori dai pericoli.
Assieme al nostro autista Calogero percorriamo gran parte della tenuta, scrutando cinghiali, struzzi, daini, mufloni, capre e cervi, chi in branco e chi singolarmente.
È presente anche un daino albino, ma pur avendo fatto diversi tentativi di ricerca, non è stato possibile avvistarlo.
Dopo il tour di oltre un’ora e mezza, incontriamo Giulio Saporito, l’ideatore di Safari e, assieme a lui, scopriamo le origini del progetto e il decorso che ha avuto. La famiglia Saporito, di cui uno dei capostipiti si può identificare a partire dal 1870, ha da sempre avuto abbondanti possedimenti terrieri, un tempo dedicati principalmente alla coltivazione di orzo, grano e vigneti. Nel corso dello scorso secolo papà Stefano decise di estirpare le varie coltivazioni per ridare alla natura un territorio meno contaminato e più autentico possibile, piantando cento ettari di bosco e iniziando a popolare quest’area con animali autoctoni, oltre alla creazione di quindici laghetti artificiali, utili come riserva d’acqua per la fauna.
Un luogo che ha da sempre affascinato Giulio e i suoi amici, fintanto che dieci anni fa c’è stato il primo tentativo di aprire la struttura ad alcune visite e passeggiate per persone esterne. Un primo approccio che non è andato a buon fine, poiché riservato ad un numero troppo basso di persone, non rendendolo così sostenibile e non ripagando i diversi sacrifici.
Nel 2021, anno che si può ricordare come seconda parte del Covid, precisamente durante l’organizzazione di un ritrovo del 25 aprile con alcuni amici è stato deciso di fare la tipica grigliata all’interno della proprietà, dove oggi si svolgono aperitivi e cene. Tra una chiacchiera e un calice è emersa nuovamente l’idea di creare uno spazio di incontro per ospiti esterni, affinché potessero godere sia dell’area della riserva sia di un piacevole relax accompagnato da una proposta enogastronomica. Il giorno seguente uno degli amici con cui si è riacceso questo progetto, titolare di una fabbrica di camere per bambini, si è presentato da Giulio con una serie di tavolini per arredare l’area, creando il primo mattoncino della nuova versione di Safaria.
All’inizio la gente ha preso Giulio per pazzo, sostenendo che con i primi caldi la gente sceglieva di andare al mare, piuttosto che “rinchiudersi” nella natura, ma passo dopo passo il progetto è letteralmente “esploso tra le sue mani”.
Oggi Safaria è aperto da maggio a settembre e conta tre diverse esperienze di safari: la prima di mattina seguita da colazione/brunch, la seconda di pomeriggio seguita dall’aperitivo ed infine quella serale, che ti permette di godere di un’ottima cena al tramonto.
L’ultima esperienza è quella che è stata fatta da noi, rilassandoci con il sole che si addormenta inghiottito dalla tenuta (lasciando una temperatura che si abbassa di diversi gradi).
La proposta gastronomica prevede tutti piatti della tradizione, con ingredienti locali, selezionati da produttori/fornitori fidati e un menù che cambia di settimana in settimana, avendo molte persone, soprattutto locali, che ritornano a Safaria anche solo per aperitivo o cena.
Cominciamo con la mortadella artigianale Morselli piccante, stracciatella cinisara e scaglie di tartufo siciliano (raccolto da Giulio stesso, avendo una seconda attività nel campo di funghi e tartufi).
Si continua con un piatto misto che vede protagonisti: tortino di patate, scamorza e funghi porcini; l’immancabile caponata di melanzane; un carpaccio condito con maionese al basilico; cous cous freddo di carne.
Il secondo è a base di cinghialetto in agrodolce su una vellutata di patate, mentre la conclusione gioca sempre in casa con le cassatelle siciliane.
Per accompagnare le portate sono stati selezionati esclusivamente vini prodotti a poca distanza dalla location, facendo ricadere la nostra scelta su un Syrah!
C’è da sottolineare che la famiglia Saporito, oltre a Safaria, possiede il vicino Baglio Trinità, storico luogo in cui si svolgono oggi eventi, cerimonie e matrimoni.
Adiacente al Baglio si trova la Chiesa della Santissima Trinità di Delia, una costruzione risalente al periodo normanno-bizantino del 1200 circa, riportata alla luce nel 1880 dall’architetto Giuseppe Patricolo per volontà dei Saporito e diventata la cappella di famiglia.
Ringraziando Giulio, concludiamo la chiacchierata con una piccola anticipazione, per il prossimo anno è prevista l’installazione di una serie di casette mobili installate all’interno della proprietà, per vivere un’esperienza ancora più a tutto tondo di Safaria e dei servizi unici che offre.