APPASSIONATO DI VINO - NO INFLUENCER

giovedì, 10 Ottobre, 2024

Tra vino e orticole assieme a Silvia nella sua Borgo Dus, Nervesa della Battaglia (Treviso)

Domenica mattina assieme a Silvia di Borgo Dus, una piccola realtà famigliare che si divide tra la produzione del vino e di orticole

07 Aprile 2024

Ci troviamo a Nervesa della Battaglia, nel trevigiano, a poche centinaia di metri dal Fiume Piave, in compagnia di Silvia, seconda generazione dell’azienda Borgo Dus. Una realtà che prende il nome dalla zona in cui ci troviamo, un borghetto di un tempo che era una delle residenze estive del Duce, trasformata poi in un convento e oggi quartiere generale dell’azienda. “Dus” si ipotizza provenire da “dosso”, per una deviazione dialettale della parola, mentre altri la fanno ricadere in una storpiatura del Duce stesso, ma non vogliamo incappare in rimembranze storiche del passato.

L’azienda è stata creata da papà Gabriele negli anni ’80, precisamente nel 1986, cominciando la coltivazione di radicchio e asparagi. Stanco dell’esperienza in fabbrica, dove molti dei locali andavano a lavorare vista la zona “vocata” per la produzione di scarpe e scarponi da montagna, ha voluto dedicarsi a quelle che erano le rimembranze dell’attività di papà Giuseppe, che allevava circa un ettaro di vigna. Negli anni ’90, in controtendenza al periodo storico che correva, quanto tutti andavano ad espiantare la vigna, Gabriele iniziò a ri-piantarla. All’inizio vennero piantate le varietà internazionali come Cabernet Franc, Merlot, Pinot Grigio, oltre alla Glera, coltivate nelle prime fasi per essere conferite alla vicina cantina sociale. Un’attività durata per qualche anno, fino alla rottura con il direttore della cantina, che ha decretato la fondazione di Borgo Dus, come azienda di produzione delle proprie bottiglie.

Nel frattempo è cresciuta Silvia, che oggi rappresenta la seconda generazione, appassionata di materie artistiche, ma dirottata all’attività di famiglia, un po’ condizionata da loro, ma con il passare degli anni sempre più legata e innamorata di quello che è il settore da cui provengono i suoi genitori, nonni e bisnonni.
Senza troppi misteri ci svela che inizialmente studiare alla scuola enologica di Conegliano è stato traumatico, poiché era inserita in una classe di quasi soli ragazzi, che per lo più provenivano dalle colline di Conegliano e Valdobbiadene. Lei era una delle poche con origini pianeggianti e ovviamente di sesso femminile, ma questo non l’ha di certo fermata e gli studi sono proseguiti anche con la laurea in Viticoltura ed enologia.

Il suo ingresso in Borgo Dus è avvenuto ufficiosamente nel 2016, quando ancora studiava, ma il suo ruolo da protagonista è arrivato nel 2020, quando sarebbe dovuta partire per il Cile, ma, causa covid, è stata bloccata in azienda. Una frenata che non è stata poi così negativa, poiché il suo spirito artistico si è mescolato con alcune necessità aziendali, così da ridisegnare il logo e anche le etichette. Un tocco d’arte ed innovazione anche nelle referenze che non si volevano limitare a Prosecco e Taglio Bordolese, pensando così di strutturare una linea dove le protagoniste potessero essere anche le uve autoctone e vini come il rifermentato in bottiglia o il Malanotte.

Spostando il focus sulla campagna, oggi gli ettari vitati sono in totale otto, dei quali circa sei e mezzo sono in zona Nervesa della Battaglia, dove sono piantate sia varietà internazionali come Cabernet Franc, Merlot e Pinot Grigio, ma anche le autoctone Raboso Piave, Glera, Verdiso, Perera e Bianchetta. I terreni sono quasi tutti micro-appezzamenti, dove incontriamo substrati poco uniformi, frutto delle esondazioni del Piave, che ha lasciato ciottoli, scheletro, limo e parti argillose. Man mano che ci si avvicina al fiume, dove si trova un appezzamento di Verdiso, Perera, Bianchetta con cui si produce il rifermentato in bottiglia, incontriamo un substrato ricco di scheletro e ciottoli. Ad eccezione di qualche nuovo impianto, la maggior parte della vigna è rappresentata da vecchi vigneti piantati negli anni ’90.

Negli anni si sono acquistati anche alcuni terreni in Valbelluna e nella zona di Cortina, circa un ettaro e mezzo, dove sono state piantate Solaris, Souvignier Gris, Johanniter, Prior, Bronner, che affondano le loro radici in un terreno che un tempo era prato per foraggio e oggi presenta una buona quantità di argilla, che nasconde roccia dolomitica.
Un paio di anni fa sono stati acquistati anche tre ettari sul vicino Montello, all’interno dei quali verranno piantate le varietà più tipiche Rabbiosa e Recantina.

Borgo Dus si sta certificando Biodiversity Friendly, essendo poco strutturata per la burocrazia richiesta dalla certificazione Biologico. Fin dall’inizio non si sono mai utilizzati diserbanti, i trattamenti sono a base di rame e zolfo e, solo in casi estremamente rari, si interviene con altri agenti, per salvare la produzione, vivendo in parte anche di questa attività. Le concimazioni sono totalmente organiche, utilizzando in gran parte gli scarti della lavorazione della vigna, ma anche di fragole e radicchio.

Anche in cantina si cerca di essere il meno impattanti possibile, lavorando con pied de cuve o lieviti selezionati, dipendentemente dalla varietà che si vogliono trasformare, al fine di valorizzarne gli aromi e la territorialità, con il fil rouge di una produzione di vini di grande beva, anche nei rossi più importanti.

La produzione conta circa trentamila bottiglie per anno che si dividono in dieci etichette: Colfondo a base di Perera, Verdiso e Bianchetta, “Vi Confondo”; “Prosecco DOC BrutJeron” (da ghiaia o “jara” in dialetto”; “Galateo” (nome che rappresenta un cenno storico, poiché a Nervesa sono state scritte le norme del galateo) Prosecco DOC Extra Dry; “Il Casale” taglio bordolese affinato in acciaio, battezzato così poiché dove c’è il vigneto c’era un casone, chiamato casale dal nonno; “Rosso del Solstizio” (un nome che rievoca la “Battaglia del Solstizio”: tra il 15 e il 23 giugno 1918, lungo il fiume Piave, fu combattuto uno degli scontri più violenti della prima Guerra Mondiale, momento di svolta che portò alla conclusione del conflitto entro pochi mesi), taglio bordolese che riposa un anno in tonneau; Malanotte Piave DOCG, Raboso che affina quattro anni in legno; “Placido”, Prosecco Fermo; Incrocio Manzoni; Pinot Grigio; Perera Passita. Quest’anno sarà introdotto anche un’undicesima referenza a base di Bianchetta Trevigiana ferma, vendemmia 2023.

La degustazione comincia con il rifermentato in bottiglia, a base di Perera, Bianchetta e Verdiso. Un vino nato dal ricordo del nonno che produceva questo vino velato, con uve che venivano torchiate in legno e lasciato in bottiglia per la presa di spuma. Un 2022 che si presenta al naso con note floreali e fruttate, fiori bianchi, mela verde croccante, leggera spunta di pane, pietra bagnata, per un sorso caratterizzato dall’ottima acidità, freschezza, buona sapidità e discreta persistenza.

Passiamo al Prosecco DOC BrutJeron” 2020, con dodici grammi litro, all’interno del quale viene utilizzato il mosto della Glera passita per la seconda fermentazione in autoclave, dove resta circa novanta giorni. Un modo per differenziarsi dal resto dei Prosecco, che regala un vino floreale, con note di frutta secca, una leggera ossidazione e uno sunto mentolato. Un po’ timido al naso in bocca si ritrovano una costante spalla acida, buona sapidità e mineralità e discreta persistenza.

È il momento dell’Incrocio Manzoni, annata 2022, affinato in solo acciaio, dopo una breve criomacerazione e decantazione statica, evitando travasi superflui per non rischiare di perdere le sue caratteristiche aromatiche. Un vino che si apre man mano nel bicchiere ed esprime via via sentori agrumati, punta di ananas, note tropicali, un tocco di idrocarburo, leggero pepe bianco. In bocca entra con una buona sapidità, freschezza, spalla acida, note minerali e una buona persistenza.

Il mondo dei rossi vede come protagonista il Piave Malanotte DOCG 2018, nella sua prima annata prodotta, grazie a Silvia, che crede moltissimo in questo vino a tal punto di averlo battezzato come “figlio proprio”. Le uve in questo caso vengono vendemmiate manualmente, in due tempi: l’ultima settimana di ottobre, lasciando i grappoli ad appassire per circa quarantacinque/sessanta giorni in fruttaia, e a metà novembre, vinificando regolarmente in rosso le uve ottenute. Le uve appassite effettuano solo la fermentazione alcolica, mentre le seconde sia la alcolica sia la malolattica. I vini affinano un anno in tonneau, separati, per poi creare il blend, 20% del primo vino e 80% del secondo, che viene lasciato affinare altri tre anni, sempre in legno. Dopo un anno di acciaio e almeno sei mesi di bottiglia, si chiude con la gomma lacca.
Malanotte dai sentori di frutti rossi molto maturi, note di sotto spirito, sottobosco, bastone liquirizia, costanti note speziate e una parte balsamica, di eucalipto. In bocca è ricco di acidità, buona beva, abbastanza sapido e discretamente minerale, tannino abbastanza delicato e buona persistenza.
Forse in controtendenza con i più rappresentativi Raboso, molto più alcolici e piacioni; questo vuole essere un vino conviviale, che non stanca, potendone bere non solo un bicchiere, con più “semplicità”.

Concludiamo gli assaggi con il bordolese “Rosso del Sostizio” 2018, 50% Cabernet Franc e 50% Merlot, uve provenienti da vigne piantate negli anni ‘90 e affinamento di un anno barrique. Un tocco più floreale, di rosa rossa appassita, viola, sottobosco, leggere note verdi, di peperone, spunto terroso che si alterna alla cioccolata e tabacco. In bocca mantiene le note fresche, buona acidità, un bordolese verticale e di beva con tannino delicato e buona persistenza.

Prima di salutare Silvia uno sguardo alla cantina di Borgo Dus, ricavata in un capannone a poche centinaia di metri dietro all’abitazione di famiglia. Qui conosciamo anche papà Gabriele, intento nella raccolta degli asparagi, che non vediamo l’ora di assaggiare. A breve cominceranno anche i lavori per riadattare la struttura, creando un’area soppalcata dedicata alle barrique e tonneau, oltre ad una piccola sala per l’appassimento delle uve di Raboso.

In attesa di vedere i lavori ultimati e assaggiare i prodotti degli orti maglietta numero 323 per Silvia!

Guarda anche...

Ultimi post

Categorie