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sabato, 1 Aprile, 2023

Vigneto a forma di anfiteatro a La Gelsomina, Presa (Catania)

La Gelsomina, due notti passati coccolato tra le vigne di questa realtà che trova luogo a Presa, per finire con degustazione e visita della cantina

08 Luglio 2022

La GelsominaUna prima giornata sull’Etna che si conclude nella cantina La Gelsomina, situata poco distante dal centro di Presa, in una zona isolata, raggiungibile attraverso alcune stradine scoscese di campagna.

Cantine dell'EtnaSicuramente vale la pena rischiare di perdersi per arrivare in questo luogo incantato nel quale, dopo aver varcato il cancello che delimita la proprietà, si può godere di una vista mozzafiato dei vigneti che, nel corpo principale, sono disposti ad anfiteatro. Un anfiteatro di piante con alla base un laghetto artificiale, a ricordare l’anfiteatro di Catania.

Ad accogliermi è Jessica, che lavora in azienda dal 2019, pur avendo un legame ancora più storico con queste terre, lavorate da sua nonna Vincenza nel passato con la mansione di “Vinnignatura e Carriatura di racina”; cioè durante la vendemmia raccoglieva l’uva dai vigneti e la portava al Palmento, insieme a tutta la squadra di lavoro, chiamata “ciurma”.

Ormai all’imbrunire raggiungo la struttura che mi ospita, tra vigneti ed uliveto, ricavata dalle vecchie abitazioni dei fattori, uno dei quattro appartamentini soppalcati dotato di cucina, soggiorno, letto matrimoniale e due bagni. La GelsominaPrima di coricarmi, una ricarica di energie con un piatto di salumi e formaggi, accompagnato dal primo vino La Gelsomina, in assaggio: il Metodo Classico Rosè Etna DOC, ottenuto dai primi grappoli di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio raccolti ed un riposo di almeno trenta mesi sui lieviti, di media. Un vino dai sentori di piccoli frutti rossi, fragolina, ciliegia e un sottofondo floreale di rosa per una bolla abbastanza fine, gusto deciso, verticale, con una buona acidità, minerale e abbastanza sapido.

La GelsominaOltre alla bollicina, nel frigo dell’appartamento La Gelsomina, lascia ai suoi ospiti una bottiglia di Moscato Passito, essendo una delle poche aziende che producono questo vino dolce. La raccolta delle uve avviene manualmente, nei terrazzamenti dell’anfiteatro naturale, una parte di esse rimane ad appassire sui graticci e una parte vinificata a mosto. Dopo l’appassimento le uve vengono immerse nel mosto facendo partire la fermentazione a temperatura controllata. Affina in acciaio per almeno otto mesi e in bottiglia per ulteriori due mesi.

La GelsominaUn assaggio anche di questo per scoprire i suoi sentori che spaziano dalla frutta bianca matura, all’albicocca disidratata, sentori di zagara, note di miele, uno spunto di spezia dolce, per un sorso fresco, equilibrato, con un residuo zuccherino non invadente e di buona persistenza.

La GelsominaL’indomani e anche il giorno successivo la colazione si svolge all’interno del vecchio palmento, restaurato e rivalutato come sede dell’accoglienza, shop e sala per le colazioni.

L’ultima mattina assieme a Jessica ripercorriamo le tappe salienti dell’azienda La Gelsomina, oltre ad assaggiare qualche atra etichetta prodotta, delle trentamila di media per anno, divise per cinque referenze.

La GelsominaL’azienda prende il nome dalla contrada chiamata “Gelsomina Monte Trigna” ed è stata fondata dall’ingegner Alfio Turrisi, sia per realizzare un proprio sogno, sia per realizzare il sogno del padre, che da sempre avrebbe voluto acquistare un terreno lì dove da giovane lavorava la campagna. Nel corso degli anni le prime produzioni di frutta e olio, per poi cominciare con le vinificazioni.

Punto di svolta nel 2018, anno nel quale è stata cominciata una collaborazione con Tenute Orestiadi, azienda del gruppo Cantine Hermes, situata a Nuova Gibellina (piccola nota storica: la città di Gibellina vecchia fu distrutta dal terremoto del 1968). Una partnership che ha dato un’importante spinta di vendita e marketing a La Gelsomina, oltre all’apertura, nel 2021 della struttura ricettiva, con sei camere in strutture indipendenti.

La GelsominaDal punto di vista viticolo, oggi l’azienda è costituita da un corpo unico di quindici ettari a cinquecentocinquanta metri sul livello del mare, tra vigneto, uliveto e alberi da frutto, di cui nove vitati. Il suolo è ricco della tipica terra nera, mista ad argilla, e caratterizzato dalla presenza della “ghiara” un terriccio rosso, ricco di ferro, formatosi nel passato grazie alle colate laviche.

La GelsominaNel ventilato giardino con vista continuiamo gli assaggi con l’Etna DOC Bianco 2020, da uve 80% Carricante e 20% Catarratto e affinamento di circa quattro mesi in acciaio. Sentori freschi, note agrumate, fiori di gelsomino, spunti iodati, per un palato dalla buona mineralità, sapidità e discreta spalla acida.

Il secondo vino è il fratello in Rosso, Etna DOC 2017 con uve di Nerello Mascalese 80% e Nerello Cappuccio 20% ed in questo caso l’affinamento avviene per circa due mesi in vasche d’acciaio e tra i dodici e i quindici mesi in tonneau e barrique di rovere francese. Al naso emerge la frutta rossa, ciliegia, marasca, una leggera spezia e un sottofondo vanigliato per un palato che mantiene la freschezza, tannino delicato, buona mineralità e sapidità, con una discreta persistenza

La particolarità delle etichette de La Gelsomina è quella di riprendere un’immagine che rappresenta la geografia del vulcano indicando la sua altezza, che varia di anno in anno e dove è situata l’azienda, riportandone il suo simbolo di anfiteatro in basso a destra.

La GelsominaPer concludere la degustazione una chicca finale, bottiglia 285 di 1398 dell’Etna Rosso DOC Riserva 2014. Un’annata speciale, particolarmente ottimale, tanto da rendere ogni bottiglia unica e fare per questa ragione una produzione numerata. Affinamento in acciaio per due mesi, poi in tonneaux e barrique francesi per dodici/quindici mesi, oltre ad un affinamento prolungato in bottiglia. Un vino che si presenta con sentori di frutti rossi molto maturi, tendenti al sotto spirito, sotto bosco, tabacco bagnato, prugna, note speziate, eteree e chinate, per un gusto ancora abbastanza fresco, un buon equilibrio, spalla acida a supporto, tannino velato e buona persistenza.

La GelsominaPrima di lasciare La Gelsomina uno sguardo alla cantina, passando per una piccola collezione di auto d’epoca del titolare, all’interno della quale prevalgono le vasche in acciaio e diversi tipi di legno in fase di pulizia e sostituzione.

Un saluto a Jessica e a questo posto incantato, sinonimo di benessere e relax.

 

 

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