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mercoledì, 19 Marzo, 2025

Quarta edizione di Oltrepò Terra di Pinot Nero a Tenuta Pegazzera, Casteggio (Pavia)

Quarta edizione di Oltrepò Terra di Pinot Nero in un anno che vuole segnare la rottura con il passato e l’obiettivo di puntare su Filiera, Qualità e Trasparenza

30 Settembre 2024

Una quarta edizione dell’evento Oltrepò Terra di Pinot Nero che si apre nella serata di domenica 29 Settembre con la cena presso il ristorante Le Cave Cantù, situato all’interno della Certosa Cantù, edificata nel Settecento dai monaci, svettando nel centro storico di Casteggio.
Un’occasione imperdibile per toccare con mano le bollicine Metodo Classico DOCG a base di Pinot Nero e le vinificazioni della stessa uva in rosso, DOC, dei produttori appartenenti al Consorzio. Un confronto diretto con le aziende, per capire al meglio il territorio e le varie annate, scoprendo storie e filosofie che contraddistinguono ogni singola realtà.
Il menù proposto dallo chef Damiano Dorati ha percorso la tradizione dell’Oltrepò, dando uno sguardo anche ad altri territori, osando con l’introduzione di diversi ingredienti.

Serata che si è conclusa con cocktail e dj set, per stemperare la tensione per il main event del giorno successivo!

Dopo una notte passata a La Locanda Calvignano, proprietà della storica azienda Travaglino (visitata nel pomeriggio), il trasferimento a Tenuta Pegazzera per tuffarci nella quarta edizione di Oltrepò Terra di Pinot Nero.

La giornata è stata anticipata dalla conferenza stampa, iniziata con la presidente del Consorzio Oltrepò Pavese, Francesca Seralvo. Questa giornata sarà ricordata come il “giorno della rinascita” del territorio dell’Oltrepò Pavese, al fine di rendere giustizia alla qualità di una zona vocata per la produzione del Pinot Nero, varietà tanto difficile, ma al contempo straordinaria, che qui ha trovato casa.

Il nuovo percorso che si è cominciato a marzo di quest’anno ha sicuramente visto numerosi punti di rottura con il passato e i tumulti si sono in questi mesi sentiti, portando però una ventata di novità e un nuovo CDA, basato sulla trasparenza, condivisione e professionalità.
L’impegno che si è preso il Consorzio è quello di rinnovarsi, cambiando mindset per reinterpretarsi in ottica qualitativa, partendo da quelle che sono le proprie radici, consapevoli della propria cultura e coltura.
Non è necessario fare qualcosa di nuovo o modificare quello che già si sta facendo, al fine di seguire il mercato, ma prendere consapevolezza della qualità del proprio territorio e comunicarlo al mondo con impegno e dedizione.
Il Pinot Nero è sicuramente la varietà principe dell’Oltrepò, ma quanto si vuole creare è un brand che vada oltre alla tipologia di vitigno, dove il protagonista deve essere lo stesso Oltrepò, nelle sue sfumature ed interpretazioni.
Al fine di superare “vecchi squilibri”, sono stati individuati tre concetti chiave: Filiera, Qualità e Trasparenza.
Non da ultimo è stato modificato il vecchio statuto, già approvato nel CDA e in fase di presentazione all’assemblea.
Un cambio di governance che ha visto il suo completamento con l’arrivo dell’autoctono Riccardo Binda, dopo una lunga esperienza in uno dei territori più “aulici” in termini di importanza del vino nel mondo.

Dopo la presidente, proprio Riccardo ha continuato, con non poca emozione, la conferenza, sottolineando il suo ritorno alle terre d’origine, dove non ha mai svolto un’attività professionale. La sfida è quella di poter far svoltare questo territorio, rendendo grazia al posizionamento che merita nel mondo del vino. “Prima o poi sentivo che sarei ritornato a casa e ora è il momento più opportuno per dare una svolta all’Oltrepò”.
Molto umilmente si è autodefinito come un catalizzatore tra i produttori e un punto di riferimento delle voci di queste terre, con lo scopo di poterle comunicare e promuovere al meglio sul panorama nazionale ed internazionale, superando le ombre e le sporcizie passate.

In questa fase di cambiamento è decisamente fondamentale l’appoggio politico, rappresentato in questa giornata dall’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Alessandro Beduschi, il quale ha sottolineato che ci troviamo in un territorio incompiuto, a causa di eventi storici negativi ed egoismi dei singoli. La Regione Lombardia è al fianco dell’Oltrepò Pavese, riconoscendone la qualità e l’importanza che ha e può avere a livello regionale e nazionale, puntando non sul rincorrere produzioni massive e non caratterizzanti, ma sulle eccellenze identitarie.

Dopo la conferenza la possibilità di assaggiare i vini di trentadue aziende del territorio con centoventuno etichette in mescita, oltre alle masterclass guidate dagli esperti ed appassionati Valentina Vercelli e Filippo Bartolotta.
Abbiamo partecipato alla prima iniziativa, dove si sono potuti assaggiare dieci Pinot Nero alla cieca, sperimentando un percorso che ha visto come protagonisti vini giovani, vini frutto di sperimentazioni per soccombere ai cambiamenti climatici, ma anche le interpretazioni di Pinot Nero di storiche aziende, fino ad arrivare ad un vino con dieci anni sulle spalle.
A far discutere la platea il campione numero sette, troppo diverso in colore, sentori e gusto rispetto alla media degli altri assaggi, rivelandosi successivamente un ospite d’Oltralpe, precisamente un 1er Cru di Pommard, Borgogna.

In attesa della quinta edizione di Oltrepò Terra di Pinot Nero, dove sarà svelata la strategia e la direzione comunicativa del Consorzio, un ringraziamento al team di Zedcomm per la precisa organizzazione e il coinvolgimento.

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