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martedì, 5 Novembre, 2024

Le fotografie di Edward Burtynsky incontrano il vino sostenibile

Appuntamento con la sostenibilità, alla scoperta dell’artista Edward Burtynsky al museo M9 di Mestre assieme al Consorzio Vini Venezia

02 Settembre 2024

Un appuntamento con la sostenibilità, grazie al Consorzio di Tutela Vini Venezia, che ha organizzato la visita al museo M9 di Mestre, dove è presente la mostra fotografica dell’artista canadese Edward Burtynsky. L’arte che incontra il vino sotto lo stesso cappello dell’impatto che ha l’uomo sul mondo e sulla natura, sia attraverso gli occhi dell’artista canadese, sia tramite le lavorazioni che si adottano per la coltivazione della vigna e la conseguente produzione delle bottiglie di vino.

Ad accompagnare questo percorso Stefano Quaggio, direttore del Consorzio e Livio Karrer, uno dei curatori del museo del ‘900, pur essendo la mostra curata, in questo caso, dal canadese Marc Mayer.
Entriamo fin da subito in quella che è la filosofia dell’artista Edward Burtynsky, canadese di origini ucraine, il quale si è laureato in fotografia circa quarant’anni fa presso l’università di Toronto, con una tesi dal titolo “Le Tracce dell’uomo sulla Terra”. Fin da subito si può comprendere la chiara intenzione di voler testimoniare l’impatto che ha l’uomo sulla natura.

La mostra raccoglie molte delle opere principali di Edward Burtynsky, specializzato negli scatti dall’alto, dimostrandosi uno dei pionieri dell’utilizzo dei droni.
Le foto e i murales sono esposti per macroaree, cominciando da un collage di circa trecento scatti che rappresentano una barriera corallina, per proseguire con il fulcro di quanto lascia e ha lasciato l’uomo nell’ambiente.
Troviamo quello che resta della foce del fiume Colorado, l’effetto dei rifiuti come rame e ferro nei fiumi che si tingono di rosso, un ammasso di hardware, seguiti dalla più grande discarica di pneumatici, o ancora di vestiti low cost accatastati, per poi passare al cimitero delle petroliere a scafo singolo, riportando alla mente tutti i danni che hanno fatto nei mari.

Si può comprendere dagli scatti dell’artista canadese che si sta creando una sorta di geografia del rifiuto, con aree del mondo che si sono modificate e quasi adattate a questi panorami innaturali, diventati parte dell’ecosistema.

Percorrendo le immagini si passa ad una sezione legata alla natura, dove incontriamo anche un’immagine di un vigneto in serra, scattata in Sud Africa, ma anche ai terrazzamenti sostenibili per la coltivazione del riso in Cina e ai campi di colza presenti nella stessa Nazione, molto cara all’artista. Per lo scatto alla coltivazione della colza, pianta al centro delle ricerche per la creazione di un biocarburante, ci sono voluti due anni, in cui si è ricercata la nitidezza del panorama.
L’agricoltura lascia poi spazio all’industrializzazione, dove si incontrano per la prima volta protagonisti umani, intenti in scene di lavoro, come nel caso dello stabilimento della Spirit Airlines (compagnia tristemente nota per gli incidenti aerei e i casi di spionaggio industriale), industrie alimentari in Cina o in Etiopia.

Dopo un focus sulle dighe nel mondo, l’impatto delle miniere e il tema dell’estrazione di materiali che ha portato Edward Burtynsky anche in Italia, a Carrara, dove ha effettuato alcuni scatti alla Cava Michelangelo. Non solo in Italia, ma anche l’impatto delle miniere di pietre preziose in Africa, le quali hanno influito nella creazione di vere e proprie baraccopoli mobili.

Nell’ultima sezione si trova un incrocio tra la natura e l’astratto, con rappresentazioni che si possono definire “belle per l’occhio umano”, ma vogliono comunicare un ambiente modificato e snaturato dal passaggio dell’uomo stesso. È questo il caso delle saline che riportano alla mente i quadri di Klimt o le miniere di rame che assomigliano ai soffitti affrescati dei palazzi antichi

L’arte ha lasciato lo spazio al vino e al lavoro del Consorzio Vini Venezia di promuovere la sostenibilità. Nelle cinque aree ricoperte, che ricordiamo essere Lison DOCG, DOC Lison Pramaggiore, DOC Venezia, DOC Piave, Malanotte del Piave DOCG, si sta facendo sempre più attenzione all’impatto dei trattamenti in vigna, ma anche nella natura del prodotto finale. Molte aziende stanno seguendo degli standard che certificano la sostenibilità come l’SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata), o la conversione al Biologico, ma anche lo standard Equalitas, ambasciatore della sostenibilità secondo tre pilastri: sociale, ambientale ed economico.

In degustazione cinque aziende che hanno negli anni intrapreso un percorso sulla sostenibilità, scoprendo attraverso il vino alcune delle cinque aree che ricopre il Consorzio:

  • Manzoni Bianco DOC Venezia 2023 dell’azienda Borga di Chiarano (TV) – SQNPI
  • Lison DOCG 2022 dell’azienda Piazza di Loncon di Annone Veneto (VE) – BIO
  • Refosco dal Peduncolo Rosso DOC Lison Pramaggiore 2023 dell’azienda Savian di Loncon di Annone Veneto (VE) – BIO
  • Raboso del Piave DOC 2019 dell’azienda Ca’ di Rajo di Rai (TV) – EQUALITAS
  • Malanotte DOCG 2019 de La Cantina Pizzolato di Villorba (TV) – BIO e EQUALITAS

Un ringraziamento speciale ai protagonisti di questo incontro tra arte e vino, in attesa dei prossimi abbinamenti!

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