Due chiacchiere con Luca Balbiano, presidente dell’associazione UVA (Urban Vineyards Association), che raggruppa undici vitigni urbani tra Italia, Francia e Stati Uniti
Incontrando Nicola di Etna Urban Winery e approfondendo il suo progetto di vigneto urbano, è emerso, durante la nostra chiacchierata, un tema più ampio che riguarda un’associazione di cui fa parte, di persone che come lui stanno lavorando a progetti di viticoltura all’interno delle città; il suo nome è: UVA (Urban Vineyards Association).
Non potevo che coinvolgere il suo presidente Luca Balbiano, per approfondire storia, filosofia e caratteristiche dell’associazione. Luca rappresenta la terza generazione di una realtà vitivinicola situata sulle Colline Torinesi e, nel 2004, è stato coinvolto nel progetto di rinascita della Villa della famiglia Savoia di Torino, nello specifico del suo elemento identitario che è la Vigna della Regina. Un vigneto attivo da circa quattrocento anni, che è stato bombardato e distrutto durante la seconda guerra mondiale, dopo la quale rimase in stato di abbandono per più di cinquant’anni.
Il progetto di ripristino, curato dal Ministero per i Beni Culturali, è durato per un lungo periodo, con il reimpianto delle vigne, al fine di creare un nuovo scorcio vitato su Torino, facendo godere ai visitatori, non solo delle meraviglie della residenza reale sabauda, ma anche uno sbocco sulla natura all’interno della città.
Questa esperienza portò Luca a prendere contatti, prima con il vigneto urbano di Montmartre, a Parigi, poi, nel 2016, con quello all’interno del Palazzo di Schönbrun a Vienna, per condividere qualche idea urbana, in una sorta di gemellaggio amichevole.
È stato il 2018 l’anno di svolta che ha determinato la nascita dell’associazione, coinvolgendo alcuni progetti simili sia in Italia sia nel resto del mondo, per creare qualcosa di più strutturato. La ricerca ha sortito alcune realtà che sono state invitate all’evento “Grapes in Town” a Torino, con lo scopo di fare una reciproca conoscenza e dare vita ad un gruppo che condividesse la stessa filosofia.
Urban Vineyard Association nella sua fase iniziale contava sette associati, di cui quattro vigne e tre soci sostenitori. Il numero di vigne oggi è salito a undici e sono le seguenti:
- Torino, Villa della Regina
- Milano, La Vigna di Leonardo
- Venezia, Vigne che fanno parte dell’associazione “Laguna nel Bicchiere”;
- Venezia, San Francesco della Vigna;
- Siena, Senarum Vinea;
- Catania, Etna Urban Winery;
- Palermo, La Vigna del Gallo;
- Parigi, Clos Montmartre;
- Lione, Clos de Canuts;
- Avignone, Clos de la Vigne du Palais des Papes;
- New York, Rooftop Reds.
In coda ce ne sono altre al vaglio del direttivo di UVA e nel corso dei prossimi mesi ci sarà sicuramente qualche new entry, magari dalle parti di Barcellona e nel Sud America.
La filosofia dell’Associazione è quella di creare un gruppo di realtà che possano avere delle caratteristiche valoriali simili, non solo essere accomunate da un fattore logistico e di posizionamento all’interno della città. I membri devono sposare un ecosistema a trecentosessanta gradi che abbraccia la divulgazione di aspetti storici, culturali, turistici, enogastronomici, ma anche di valorizzazione del territorio, innovazione e sostenibilità. Proprio la sostenibilità e il design sostenibile sono due concetti in cui si punterà molto per il futuro, in linea con i progetti mondiali a tema green.
La voglia di mettere a fattor comune conoscenze e rapporti per creare una sorta di hub culturale all’interno delle città stesse che funga anche da megafono comunicativo di queste piccole realtà che, talvolta, da sole farebbero fatica a ricavarsi una fetta all’interno panorama nazionale o internazionale. Questo insieme di conoscenze variegate è frutto del diverso imprinting che hanno i vari progetti, i quali possono essere di proprietà privata, appartenenti ad associazioni, consorzi, enti istituzionali, beni pubblici, progetti universitari.
Diverse location e diverse sfaccettature per un unico scopo che si vuole consolidare in maniera concreta nel corso degli anni e diventare un punto di riferimento.
Un investimento di energie che sta iniziando a cogliere i propri frutti, con, per esempio, la partecipazione al sesto “UNWTO Global Conference on Wine Tourism” nel quale UVA (Urban Vineyards Association) è stata invitata e Luca ha fatto un intervento.
Il futuro è decisamente in fermento e il primo obiettivo è quello di fare un evento ad inizio 2023 a New York, nel quale saranno coinvolte anche alcune istituzioni scientifiche per approfondire tematiche quali la salvaguardia delle varietà, la gestione delle vigne in questi ambienti particolari e l’impatto del cambio ambientale, sempre da punto di vista dei vigneti urbani.
Gli eventi saranno diversi e sicuramente ci sarà occasione di conoscere Luca più da vicino e fare un po’ di cultura su questa nicchia del settore enologico, che è solo la punta di una piramide che vede al suo interno arte, architettura, storia, cultura, enogastronomia, turismo, ambiente, ricerca.
Per approfondire ognuna delle realtà che fanno parte di Urban Vineyards Association e scoprire le loro caratteristiche uniche sarà assolutamente da visitarle tutte, ne mancano solo dieci!