Un Weekend in Valle d’Aosta alla scoperta di alcune delle cantine più rappresentative della regione, i meravigliosi vigneti di montagna, deliziato anche dai manicaretti locali
18-20 Novembre 2022
Un Weekend in Valle d’Aosta per scoprire aziende vitivinicole incontrate in questi anni e scovarne di nuove, più piccole ed emergenti, in una Regione in fermento dal punto di vista vitivinicolo.
Partenza all’alba per iniziare questa avventura in compagnia di Nicolas giovane presidente di una delle cooperative più storiche della Valle d’Aosta: Cave Mont Blanc (Leggi l’articolo della visita). Siamo nel versante più ad ovest della Regione, dove a farla da padrona è il Prie Blanc che viene vinificato sia in bianco sia nelle versioni spumantizzate in Metodo Classico.
Da una delle più grandi aziende passiamo ad una realtà emergente Maurice Cretaz (Leggi l’articolo della visita), che trova ospitalità nei processi di cantina presso una delle aziende pioniere dei vini prodotti in maniera il più sostenibile possibile, Les Granges. La particolarità dell’azienda che prende il nome dai cognomi di Andrea Maurice e Manuela Cretaz è che la sua estensione vitata compre tutte e tre le principali aree vocate per la viticoltura, da nord est, alle vicinanze di Aosta, fino a scendere quasi al confine con il Piemonte, nella parte sud est.
Una conclusione di giornata in una delle aziende che, a mio avviso, sta facendo negli ultimi anni da traino alla Valle d’Aosta, Grosjean (Leggi l’articolo della visita). Assieme alla sua terza generazione, Hervè, scopriamo il lavoro che ha fatto questa realtà negli anni, imponendosi sul mercato dei vini, principalmente rossi, investendo sia sui vigneti più autoctoni sia sui lavori di cantina.
Un primo giorno di questo Weekend in Valle d’Aosta che non poteva finire diversamente che con un recupero delle energie perse deliziato da manicaretti tipici. La scelta è ricaduta sull’agriturismo Maison Rosset, nel centro di Nus. Un locale tipico, molto accogliente, con una tradizione di famiglia che ha portato Camillo Rosset ad inaugurare nel 1993 il ristoro agrituristico.
La polenta nel tegame che cuoce su una vecchia stufa fa presagire un’esperienza culinaria di casa e tipica del posto. Un menù predefinito di prodotti a chilometro zero, provenienti dall’azienda agricola della famiglia, che si apre con formaggi e salumi, per poi continuare con altri cicchetti a base di foie gras e lardo, per poi passare ad una deliziosa fonduta. Una zuppa come primo, la polenta con spezzatino e per finire gelato alla vaniglia affogato con cioccolata.
Immancabile tisana, caffè e grappa. La cena è stata accompagnata da un vino rosso che viene prodotto con le uve a bacca rossa possedute da Maison Rosset: Gamay, Pinot Noir, Vien de Nus, Petit Rouge, Vuillermin e Dolcetto. Un vino genuino e casereccio, vinificato in collaborazione con una piccola realtà locale, che ben si sposa ai piatti proposti nel menù.
Nottata passata tra il silenzio, le stelle e la vista sulle montagne, in una delle camere dell’azienda Les Granges, dove la pace regna sovrana.
Nel secondo giorno del Weekend in Valle d’Aosta, sveglia presto, con temperatura sotto allo zero e macchina congelata, per scoprire un’altra delle aziende che sta facendo parlare di sé a livello nazionale e nel panorama mondiale: Elio Ottin (Leggi l’articolo della visita). Poco più su di Aosta si trova l’azienda che prende il nome dal suo titolare, nata una quindicina di anni fa per valorizzare le uve di produzione, sia autoctone, sia internazionali come il Pinot Nero, prodotto in due diverse versioni.
Un pizzico di Corea tra le cantine della Valle d’Aosta con Cave Monaja (Leggi l’articolo della visita) e il suo protagonista principale Andrea, che da qualche anno si sta occupando del mantenimento di alcuni vecchi vigneti per lo più autoctoni e la vinificazione delle uve che vengono prodotte. Assieme ad Andrea recuperiamo le energie in centro ad Aosta, presso il ristorante Aldente, dove si possono assaggiare piatti della tradizione regionale, sia di carne sia di pesce (ovviamente di lago) sia ottimi formaggi.
Il titolare Mario è un grande appassionato di vino e la vera chicca è nei piani sottostanti alle sale ristorante. Una cantina che trova spazio in una serie di cunicoli sotterranei con una selezione di vini che spaziano dalla Valle d’Aosta al Piemonte, Veneto, Toscana e altre zone d’Italia, fino ad arrivare in Francia, con un’ottima scelta di Champagne, Borgogna, Bordeaux.
Recuperate le energie, un pomeriggio in compagnia di Stefano Di Francesco, al timone dell’azienda Di Francesco Gasperi, Vino e Spiriti (Leggi l’articolo della visita), situata proprio sotto al castello di Saint-Pierre. Oltre a condurre l’azienda e svolgere la sua professione principale di avvocato, Stefano è anche il primo presidente del neonato consorzio della Valle d’Aosta.
Prima di rientrare alla base una breve tappa nell’azienda agricola Elex Luca, per fare una scorta di formaggi locali, senza farmi mancare un giro in stalla ed esplorare assieme a Luca i processi di questa realtà famigliare.
Una seconda ed ultima sera di questo Weekend in Valle d’Aosta che ha trovato conclusione in una lunga chiacchierata assieme a Gualtiero, all’interno della sua azienda Les Granges (Leggi l’articolo della visita) assaggiando sia i vini in bottiglia sia quasi tutte le vinificazioni in affinamento nella cantina sottostante.
La mattina successiva, salutati Gualtiero e Liana, persone eccezionali che ti fanno sentire come a casa, un’ultima tappa prima del rientro in Veneto a Caves de Donnas (Leggi l’articolo della visita) dove, assieme al presidente Alessandro, andiamo alla scoperta della cooperativa e del territorio, l’ultimo vitato della Regione, prima di passare in Piemonte e alla zona del Carema.
A pochi metri dalla cantina, pur non sapendolo, ritrovo una vecchia conoscenza i Formaggi di Nicoletta, pertanto è d’obbligo un rifornimento di fontina, prima di ritornare ufficialmente in Veneto.
In questa uscita è stata approfondita la Regione Valle d’Aosta che trova una lunga storia vitivinicola, andata purtroppo persa negli anni, ma riportata in auge da alcuni appassionati, uno su tutti Rudy Sandi (Leggi l’articolo dell’intervista). Oltre ad aver riscoperto una delle varietà più storiche della Regione, il Neiret, ha reinterpretato, parafrasato e integrando il primo trattato di ampelografia redatto da Lorenzo Francesco Gatta, nel diciannovesimo secolo.
È quasi certo che fin dai tempi dei romani si allevava la vigna e passando ad un paio di secoli fa, nell’800, si contavano circa quattromila ettari vitati, che sono diventati poco più del 10% nei primi anni 2000. Oggi con circa cinquecento ettari a vigna la Regione ogni anno mette a disposizione una concessione di dieci ettari, per ripopolare le aree con la coltivazione dei vigneti.
La punta più estrema della Borgogna, incastonata tra i monti più alti d’Italia e divisa in due dalla Dora Baltea, si può considerare rossista con la coltivazione di varietà per lo più autoctone o locali tra cui svetta il Petit Rouge seguito da Nebbiolo e Fumin (oltre a Prie Blanc, Moscato Bianco, Petit Arvin, Gamay, Cornallin, Vien De Nus, Majolet, Docletto), con qualche internazionale come Pinot Nero, Chardonnay, Pinot Grigio, Müller Thurgau.
In Valle d’Aosta non si conta alcuna DOCG, ma un’unica DOC che riporta il nome della Regione, con sette sottozone diverse: Arnad-Montjovet, Blanc de Morgex et de La Salle, Chambave, Donnas, Enfer d’Avrier, Nus, Torrette.
Se vogliamo individuare una criticità riguardo alla Regione è che sono sempre più frequenti le mancanze di ricambio generazionale nel mondo della viticutura, con gli agricoltori che diventano sempre più anziani e talvolta non trovano eredi all’interno della propria famiglia. Per fortuna c’è un incremento di persone, più o meno tecniche, che si appassionano al settore e riescono a dare seguito ai piccoli appezzamenti vitati che altrimenti sarebbero destinati all’abbandono.
Sono certo che ci sarà la possibilità di tornare presto a fare un altro Weekend in Valle d’Aosta.