Viaggio in Borgogna, una toccata e fuga in terra francese, per scoprire da nord a sud i vini di una delle Regioni più blasonate al mondo
15-18 Maggio 2024
Una scampagnata fuori porta, non proprio dietro l’angolo, ci porta ad affrontare il nostro primo Viaggio in Borgogna, per scoprire una delle Regioni vitivinicole più vocate al mondo.
Partenza all’alba rigorosamente in macchina, per poter fare scorta di vini, che ha visto il suo primo pit-stop al traforo del Monte Bianco, a causa di lavori in corso e il senso alternato, che ci ha fatto perdere tre ore. Consiglio vivamente di andare sul sito prima di mettersi in viaggio.
Prima tappa del Viaggio in Borgogna ovviamente in cantina, senza passare dall’hotel! Precisamente ci fermiamo a Saint Aubin per incontrare Pierre Fenals nella sua Maison En Belles Lies (leggi l’articolo dedicato), in compagnia dell’amico e produttore di barrique Lorenzo Zanon, un francese dal DNA italiano, di cui abbiamo parlato qualche anno fa in un articolo a lui dedicato (leggi l’articolo dedicato). Sempre assieme a Lorenzo ci spostiamo nel piccolo villaggio di La Rochepot, per un paio di calici e un veloce saluto a Guy, titolare del Domaine Guy Fouquerand (leggi l’articolo dedicato).
Qui si può ammirare anche il vecchio castello, risalente al XII secolo, ad oggi in attesa di scoprire la propria sorte, nella speranza di riaprire le porte al pubblico.
Una serata conclusa a casa di Lorenzo, in compagnia della moglie e una decina di gatti, sorseggiando una bottiglia di Mersault 1992.
Non ancora stanchi e con un po’ di ritardo accumulato, raggiungiamo il centro di Beaune, per incontrare Felix Arnulf nel locale da lui fondato, l’Arche des Vins (leggi l’articolo dedicato), situato nella zona più storica del paese. Qualche calice di Pinot Nero e un piatto tipico di queste zone, il pâté en croûte.
Classe 1989, da ormai tre anni ha aperto una delle enoteche più importanti del paese, con una carta dei vini che conta tremila etichette, ottenendo così il premio di miglior carta di Beaune e successivamente come migliore della Francia nella categoria “Bar a Vin”, presso il concorso Terre de Vins.
Dopo una notte passata a pochi passi dal centro di Beaune, la prima tappa del secondo giorno del Viaggio in Borgogna è stata nel Domaine Jessiaume (leggi l’articolo dedicato), situata a sud della cittadina, nel villaggio di Santenay. Un ritorno al passato in un’azienda storica che ha mantenuto quasi intatti gli ambienti di un tempo, con una villa risalente al diciannovesimo secolo. La mattinata continua con un giovane vignaiolo, Bertrant Bachelet (leggi l’articolo dedicato), per scoprire la nuova cantina edificata nel villaggio di Sampigny lès Maranges, a poche centinaia di metri dal paese dove la famiglia e l’azienda hanno trovato origine, Dezize lès Maranges.
Pomeriggio di discesa verso sud, nella zona del Mâconnais, precisamente a Fuissé, dove si trova la prima generazione dell’azienda Marcel Couturier (leggi l’articolo dedicato) capitanata dall’omonimo produttore che ha cominciato questa avventura ufficialmente nel 2005.
Un po’ più a nord incontriamo Amélie, conosciuta pochi mesi prima alla manifestazione Millesime BIO, una giovane appassionata di vino, che si occupa della gestione commerciale, visite, degustazioni e supporto in svariate altre attività, nell’azienda Chateau de Messey (leggi l’articolo dedicato), situata ad Ozenay.
Ne approfittiamo, dopo visita ed assaggi per fare un giro nel centro dell’adiacente paese di Tournus per poi cenare nel pub centrale, parte dell’hotel Le Rampart.
I titolari della struttura ricettiva possiedono anche alcune vigne di Pinot Nero, con cui producono, assieme ad una cantina terza, un Bourgogne fresco e di beva.
Dopo una notte passata coccolati dal silenzio delle stanze adiacenti al castello, riprendiamo il Viaggio in Borgogna con una tappa che ci riporta più a nord, precisamente a Ladoix-Serrigny, a metà strada tra Beaune e Nuits -Saint-Georges, dove incontriamo Aurelie Nudant, terza generazione di Domaine Nudant (leggi l’articolo dedicato).
Mattinata conclusa ancora più a nord, a Vosne Romanée, una delle zone più conosciute della Borgogna, dove è situato, a lato della Route Nationale, il cuore dell’azienda Domaine Armelle et Bernard Rion (leggi l’articolo dedicato). Una realtà raccontata dalla figlia Alice, che ha trovato, negli ultimi anni, molto successo a livello enoturistico.
Qui non poteva mancare una capatina a vedere una delle insegne più famose e fotografate della Borgogna e del mondo del vino in generale.
Pomeriggio che comincia nella Hautes Côtes de Beaune, in compagnia della famiglia Fery, con papà Jean Louis e il figlio Frederic, in località Échevronne, presso l’azienda che porta il nome del suo fondatore Jean Fery (leggi l’articolo dedicato). In ritardo sulla tabella di marcia ci fermiamo per un saluto e una veloce chiacchierata con Ann, collaboratrice di Gilles Remoriquet (leggi l’articolo dedicato) e responsabile commerciale, amministrativa, marketing, comunicazione. L’azienda prende il nome dal cognome di famiglia e si trova in zona di Nuits Saint Georges.
Ultima tappa della giornata per scoprire lo Chateau Clos de Vougeot (leggi l’articolo dedicato), castello che può essere definito come uno dei simboli principali della Borgogna e sede della Confrérie des Chevaliers du Tastevin.
Il monumento è stato, inoltre, il punto cardine per la promozione dei vini della Regione, che hanno ottenuto la propria classificazione nel 1935, dopo un primo tentativo nel 1861. L’INAO (Institut National des Appellations d’Origine) ha definito le denominazioni partendo da quelle regionali, comunali, per poi arrivare a Premier Cru e Grand Cru. Una classificazione che è stata perfezionata nel 1984. Alcune delle più note denominazioni regionali sono: Bourgogne, Hautes Côtes de Nuits, Hautes Côtes de Beaune e una delle più giovani, nell’area più a sud, Mâcon.
La scala prosegue con le denominazioni comunali (Village), tra cui Vosne-Romanée, Nuits-Saint-Georges, Marsannay, Gevrey-Chambertin, Morey- Saint-Denis, Chambolle-Musigny, Vougeot, Beaune, Pommard, Volnay, Meursault, Puligny-Montrachet, Chassagne-Montrachet.
All’interno dei comuni alcune vigne sono classificate Premier Cru: se l’uva si raccoglie in queste vigne, il vino avrà la denominazione comunale e in aggiunta Premier Cru. Ad oggi si contano cinquecentosessantuno Premier Cru. L’apice della scala è dedicato ai trenta tre Gran Cru, tra cui troviamo: Chablis, Montrachet, Corton, Chambertin, Richebourg, Romanée Saint Vivant, Romanée Conti, Echézeaux, Grands Echézeaux, Clos de Vougeot.
Ritornati al centro di Beaune, un giro turistico tra le vie del paese fino ad arrivare alla cattedrale, trovata chiusa, poiché ferma le sue porte alle 18:00. Qui ci fermiamo in un altro wine bar, Le Bout du Monde, dalla carta vini molto ricca di proposte per lo più francesi, con un grande focus su Champagne e Borgogna.
Qui si possono assaporare un’ottima Croque Monsieur e un tagliere di formaggi tipici, oltre ad una selezione di altri piatti a base di pietanze locali, ovviamente il tutto accompagnato con un calice o una bottiglia di Borgogna.
Dopo la terza notte passata nel centro di Beaune, non poteva mancare un risveglio all’insegna dell’ultima cantina di questo Viaggio in Borgogna, Domaine Changarnier (leggi l’articolo dedicato). Siamo nel piccolo villaggio di Monthelie, dove Claude ha ripreso in mano l’attività di famiglia, alternando la sua vita tra la prima professione a Parigi e quella del vignaiolo, nel suo paese natale.
Un focus su una delle Regioni più vocate della Francia, che ha raggiunto i primi posti nell’olimpo mondiale del mondo del vino. Una delle peculiarità che abbiamo riscontrato è la varietà dei diversi substrati, che hanno una matrice principalmente calcarea e argillosa, la quale si differenzia tra i singoli appezzamenti, ma trova diversità anche all’interno degli stessi vigneti, offrendo caratteristiche uniche ai vini finali, talvolta prodotti in bassissime quantità, proprio al fine di valorizzare ogni singola area.
Tutte le aziende presentano un ampio frazionamento, possedendo terreni in diverse Appellation, così da avere la possibilità di coltivare e vinificare uve differenti offrendo sul mercato un ampio range di etichette.
Quasi scontato dirlo, ma i principi della Regione sono Chardonnay e Pinot Nero, anche se si trovano in parte molto minore la varietà a bacca bianca Aligotè e il rosso Gamay. Gli ettari vitati sono circa trentamila e la produzione annua di bottiglie si attesta sulle duecento milioni circa.
Un Viaggio in Borgogna che ci fa portare a casa un bagaglio esperienziale su questa Regione, esplorata da nord a sud e con la conoscenza di alcune persone che stanno facendo la storia sia vitivinicola, sia della proposta enogastronomica del territorio.
Stiamo già pensando alla prossima uscita in queste terre!